giovedì 6 dicembre 2012

Dignità.

Ha dignità un ramoscello d'ulivo, un fiore di pesco, una foglia ingiallita che segna l'autunno.
Ha dignità una grassa risata, un accenno di sorriso, il rossore in viso per il forte imbarazzo.
Ha dignità una lacrima che scorre perchè siamo stanchi, spenti, poco stimolati.
Ha dignità lo strapparci i capelli perchè sembra quasi che gridare a squarciagola non basti.
Ha dignità il silenzio, il farci da parte quando capiremo di non aver spazio nella vita dell'altro.
Ha dignità il rumore delle porte sbattute, il pianto di chi grida il suo amore conservando fra le mani congiunte il suo cuore che gli è stato gettato contro dall'altro, senza alcuna protezione, così, sanguinante.
C'è dignità in un cuore spezzato che non avremo paura di mostrare.
C'è dignità in tutto ciò che esprimiamo o che facciamo se prima riusciremo ad ascoltarci palesando solo ciò che avremo sentito sussurrare.
C'è profonda dignità nel chiedere aiuto nel momento del bisogno senza vergogna, senza costringerci ad essere forti e a superare tutto da soli, perchè quando le nostre preoccupazioni peseranno troppo sulle nostre spalle qualcuno potrebbe aiutarci in un tragitto che sarà sempre e solo nostro, che dipenderà dalla nostra forza e dalla nostra pazienza, ma che condiviso ci renderà quel peso a tratti più leggero.
Ha dignità l'attesa, la pazienza, subire le decisioni altrui.
Ma ha anche dignità il voler rompere silenzi e decidere di propria iniziativa.
C'è profonda dignità nell'ammettere di amare qualcuno, che quel qualcuno ci manca, ammettere che senza di lui è uno strazio che non augureremo mai a nessuno. C'è profonda dignità nel manifestarlo, nel far seguire ad un "mi manchi" un "ti vengo a prendere", nel tentare di far cessare quell'incredibile strazio in cui versiamo.
C'è una dignità immensa nel seguire il nostro cuore senza pretendere che esso ci dia indicazioni, assumendoci le nostre responsabilità senza dover necessariamente prevederne le conseguenze.
La dignità. Troppo spesso confusa con l'orgoglio che è invece prodotto del cervello, seminato su inutili cliché da quattro soldi, pregiudizi e luoghi comuni, che vincola e nega una parte della nostra anima. Una dignità troppo spesso acclamata ma al contempo mortificata. Una dignità sulle bocche di tutti, ma nel cuore di pochi. Una dignità pesata, misurata, con quell'inutile metro che portiamo nelle tasche, con la presunzione di poter misurare ogni sentimento, quell'astrattezza che nasce proprio per non esser misurata, per comprimersi sino a scomparire ma espandersi senza limiti, a tal punto che contenerla in un corpo sarebbe una mortificazione, allora serviranno due corpi o anche di più. Una dignità che è in fondo parte di noi, una compenetrazione fra anima e corpo, una dignità che rispecchia noi, che siamo noi. Allora sarà proprio quando bandiremo quei pregiudizi e quei luoghi comuni insidiatisi nella nostra mente, quando ci faremo guidare dal cuore, quando entreremo a contatto con il nostro io interiore accorgendocene per quella incredibile sensazione di pienezza che avvertiremo, sarà allora che la nostra dignità sarà valorizzata. E' quando prevarranno le barriere e gli schemi che avremo costruito come forme di protezione o per conformarci ad uno stereotipo che ci allontana da ciò che siamo e dal calore che potremmo trasmettere, sarà allora che quella dignità andrà persa, e con essa un po' di noi. Andrà persa quando ci imporremo di comportarci in un certo modo solo perchè lo crediamo giusto, solo perchè così si fa, così fanno tutti, così fanno i forti, non pensando che in realtà anche i più forti hanno paura, anche i più forti sono fragili. Non quando correremo da qualcuno per manifestargli il nostro perdono, il nostro amore nonostante sembra che l'altro non voglia darcene. Andrà persa quando riempiremo il nostro viso di sorrisi finti, nascondendo le lacrime che scorreranno solo quando saremo soli nella nostra stanza, a luci spente. Andrà persa quando vorremmo mostrare a tutti una finta felicità solo per non apparire i soliti tristi, stanchi e demotivati. Andrà persa quando non daremo ad una nostra passione la possibilità di venir fuori, quando non ci paleseremo per ciò che siamo, con le nostre paure, le nostre fragilità, le nostre insicurezze.
Perchè avere e preservare la tanto acclamata dignità, significa essere autentici.
La dignità è soprattutto verità. Credo.

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