giovedì 21 novembre 2019

Raggi di un tiepido sole autunnale




Oggi ho passeggiato fino alla spiaggia. Sentivo il bisogno di osservare il mare per farmi cullare dalle sue onde, lasciandomi sussurrare qualche frase rassicurante per scrollarmi di dosso il peso di tutte quelle responsabilità e promesse non mantenute, lasciando fare al vento tutto il resto.

Talvolta abbiamo la necessità di vivere momenti questi, come l'immergerci in un qualcosa più grande di noi, di cui non vi si conosce alcun confine, al solo scopo di immedesimarci in un'entità in fondo sconosciuta, rimanendo però alla giusta altezza così da poter essere in grado di risalire e di domare quel naturale timore di perdersi. Forse proprio come si misura la distanza tra la ragione e l'istinto, stando attenti a che l'una non sovrasti l'altra, a che l'altra non si allontani troppo per paura di non poter tornare più indietro.

Poi il mio sguardo è caduto sui raggi di un tiepido sole autunnale, che sembrava sfiorassero le onde del mare in maniera gentile, seppur in modo repentino e disordinato. Il mare brillava, ma lo stesso punto mai per più di qualche secondo.

Così ho lasciato perdere l'abbraccio delle onde così come le parole dolci che avrei voluto sentirmi dire. Ho pensato a quel movimento scomposto, veloce, disordinato, privo di logica e di una struttura ben definita. Ecco, vedi, vanno sempre a finire tutte lì le tue responsabilità, le tue promesse, tutti i tuoi piani, mi sono detta. Eppure, non riuscivo a distoglierne lo sguardo, come se quei raggi accarezzando il mare facessero lo stesso anche con me, lasciando che mi sentissi accolta, al caldo, al sicuro.

Ho sempre creduto che i grandi insegnamenti fossero racchiusi nelle piccole cose. Tuttavia, non ho sempre avuto la pazienza per soffermarmici, sebbene abbia sempre avuto una gran voglia di imparare.
Quindi oggi mi sono concessa del tempo, ho prestato attenzione ai dettagli, e ho scoperto una cosa che pensavo di aver oramai reso parte della mia quotidianità ma che in fondo non lo era ancora del tutto. Ho capito che le mie vite sono sempre iniziate tutte lì: in un groviglio da sciogliere. Tutte quante.

Così in quei raggi di sole ci ho visto tutte le responsabilità che pensavo sarei stata in grado di assumermi e che poi ad un certo punto ho sentito quasi come se non mi appartenessero più. Ho immaginato tutte quelle promesse fatte a me stessa che non ho saputo mantenere quando sono diventata un'altra, pur non cedendo nessuna delle mie parti. Ci ho visto tutti quei piani cuciti con cura, misurandone pregi e difetti così che gli uni non si allontanassero troppo dagli altri, così da averne il perfetto controllo. Poi ho smesso di misurare e ho lasciato fare alla vita, che si sa, non conosce distanze, figuriamoci se mi avesse concesso anche il controllo.

Nonostante tutto, le mie vite più belle sono sempre cominciate così, in un ambiente disordinato dove da mina vagante avrei dovuto mettere ogni cosa al suo posto, sebbene quel posto, talvolta, non sia sempre stato quello che chiunque immaginava fosse.

Forse la vita inizia proprio lì: dove ci si scrolla di dosso il peso di sensi di colpa e responsabilità che in fondo non sono della nostra taglia, dopo aver rotto piani e spezzato promesse.
Mi piace pensarlo per una semplice ragione: il mare brillava, ed in ogni punto mai per più di una manciata di secondi, e quei raggi di sole che accarezzavano le onde in maniera gentile, riuscivano a riscaldare tutto l'ambiente circostante, sebbene si muovessero in modo apparentemente caotico.
É così che immagino la vita: come un focolare che riscaldi ed illumini tutta la stanza, dove gettare rametti in punti sempre diversi al solo scopo di alimentarlo. Ogni ramo sarà un desiderio che se fumo o fiamma avrà compiuto il suo scopo: quello di tenerci in vita.