sabato 3 novembre 2012

Svegliarsi come fosse sempre un nuovo inizio, addormentarsi come fosse la fine.

I Maya hanno predetto la fine del mondo tra poco più di un mese e mezzo. Lo dicono i Maya ed io ovviamente non ci credo perchè sarebbe un po' come credere ancora nell'esistenza di Babbo Natale o della cicogna. Anche se a dirla tutta gli estremi per la fine del mondo ci sono proprio tutti. Berlusconi è stato condannato a 4 anni. I laureati emigrano per dare spazio a subrette. Chi conosce tace per dare spazio ad una nuova categoria di lavoratori, "gli opinionisti", pagati per esprimere opinioni prive di fondamento come se avessero conseguito una laurea in "tuttologia". I mariti uccidono le mogli per starsene con le amanti. Le quattordicenni sembrano ventenni e hanno una vita sessuale più attiva di queste ultime. I bagni sono diventati nuova location per le fotografie, perchè gli spazi aperti a quanto pare non si portano più. Le persone non possono mangiare a causa della crisi economica ma non rinunciano alle vacanze nè ai nuovi apparecchi tecnologici che hanno isolato tutti dalla dimensione reale.
Questa stessa dimensione reale non esiste più. Ti intratterrai a parlare più con qualche amico virtuale su facebook di cui poco di importerà che con un amico "fatto di carne" dinanzi una tazza di tea.
In fondo perchè non pensare che la fine del mondo predetta dai Maya sia possibile?
Ma se immaginando per assurdo fosse veramente così, se questi fantastici individui di cui abbiamo conosciuto l'esistenza su quei vecchi manuali di scuola avessero ragione, noi in questo restante mese e mezzo della nostra vita cosa faremmo se sapessimo che il nostro tempo stia per scadere?
Io comincerei a chiedere scusa. Chiederei scusa per tutte quelle volte che sono stata presente solo con il corpo e non lo spirito a chi invece mi avrebbe voluta tutta intera. Chiederei scusa per non aver visto quello che invece era evidente. Chiederei scusa a chi mi ha amato mentre io non sono stata in grado di farlo. Chiederei scusa addirittura a chi ho amato troppo ricevendo scarso amore, liquidata con un "non ti amo più" nei pressi di una stazione. E gli chiederei scusa non perchè mi senta in colpa della fine di un amore che era già scritto, ma per non aver ammesso a me stessa che non era il giusto tempo per amare perchè forse non ero pronta. Siamo bravi nel biasimare chi ci abbandona come un fazzoletto non più utilizzabile, ma forse per diventare quelle grandi persone cui spesso ci ergiamo dovremmo imparare a perdonare. Ecco perchè gli chiederei scusa. Come chiederei scusa a chi più volte mi ha illusa di aver trovato finalmente la strada giusta mandandomi alla fine fuori strada. Gli chiederei scusa per non aver capito subito ma solo con il tempo quanto io riesca a valer poco quando mi impunto che quella sia l'unica strada da seguire, le uniche braccia in grado di donarmi calore, non aprendo gli occhi e capire che nel mondo c'è altro, ed è giusto che io lo scopra per valere di più o semplicemente riconoscermi un valore che talvolta dimentico di possedere. 
Chiederei scusa soprattutto a me stessa. Lo farei per tutte quelle volte che non ho permesso a me stessa di venir fuori, per tutte quelle volte che l'ho messa in un angolo ad aspettare, per tutte quelle volte in cui proiettandomi troppo verso l'altro mi sono persa. Chiederei perdono a me stessa quando ho avuto la presunzione di pensare di amare qualcuno pur non amandomi abbastanza. Chiederei scusa a me stessa quando non mi sono data la possibilità di esserlo, fin quando poi ho deciso di scoppiare come fuochi d'artificio che lasciano tutti a bocca aperta.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere abbandonerei tutto ciò che mi rende fiacca e continuerei a scrivere. Griderei al mondo la passione che ho dentro. Viaggerei. Mangerei sushi tutti i giorni.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere sarei pronta ad amare. Senza paura, perchè tutto in un mese e mezzo finirebbe e vorrei finire amando, con quella passione forte che hai dentro e che non riesce a smettere di bruciare. Correrei a prendermi ciò che voglio. Correrei da chi desidero. Griderei tutto quello che ho nella testa così forte che sarà impossibile per tutti non ascoltare.
Se avessi solo un mese e mezzo da vivere lo vorrei trascorrere in una casa sulla spiaggia, di quelle che vedi soltanto nei film. Vorrei vivere lì con tutte le persone che riempiono il mio cuore ogni giorno senza nemmeno accorgersene. Con chi mi sostiene, alimenta la mia passione, chi avrebbe tutte le ragioni per biasimarmi eppure non lo fa. Con chi mi riempie di amore ogni giorno, sebbene non sia brava a gestirlo. Vorrei vivere lì con te. E ci vorrei vivere anche con te. Con te, pure con te. 
E se i Maya si fossero sbagliati? Se questa fosse tutta una grande bufala?
Che importa, hai vissuto più in un mese e mezzo che in tutta la tua vita spesa spesso a rimandare ogni cosa. A rimandare un'amicizia, un amore, un lavoro, un caffè. A rimandare una possibile vita. 
Hai imparato a perdonare, hai dato le scuse che dovevi, sei diventata una grande persona. Hai gridato al mondo chi sei, hai fatto sì che le tue passioni bruciassero dentro di te così forte da trasmetterle al mondo intero. Hai imparato ad amare, hai preso ciò che volevi, hai detto a qualcuno quanto lo desiderassi. Ti sei trasferita in una casa sulla spiaggia, hai trovato la tua isola felice con chi ogni giorno ti ricorda quanto vali, quanto amore sei, quanto valga la pena di non trascurarsi e di prendersi cura dell'altro. 
Che importa che il mondo non finirà. Con questo avrai imparato anche un'altra cosa: che non dobbiamo aspettare la fine di tutto per agire altrimenti non saremo altro che niente. Non abbiamo bisogno di scadenze per cominciare a vivere. Avrai imparato ad aprire gli occhi ogni mattina come fosse sempre un nuovo inizio e a chiuderli come fosse sempre la fine. Avrai imparato a non dire più "se solo l'avessi saputo... se l'avessi fatto...", perchè vivrai senza le ombre del rimpianto che offuscano la tua mente. Starà a te metterci tutto quello che vuoi e ciò che sei in queste sole 24 ore. Ventiquattro ore di vera vita.
Forse è giunta l'ora di cominciare, per voi che leggete, per me che lo scrivo.

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