giovedì 29 novembre 2012

Principi azzurri e cavalli bianchi o uomini alla guida di utilitarie?

E' molto più probabile scartare un Kinder Bueno e leggere la scritta "Hai vinto!" che trovare quello che per l'opinione comune è oramai definito "Principe Azzurro".
Perchè poi azzurro se il colore dell'amore è il rosso?
Il principe azzurro è quell'entità misteriosa che abbiamo cominciato ad apprezzare guardando i cartoni animati della Disney, quando da bambini ci leggevano le fiabe che finivano sempre con "...e vissero felici e contenti". Ma lo scrittore non ha continuato a raccontare la routine quotidiana, cosa la principessa avrà poi effettivamente vissuto con il suo principe arrivato sul suo immancabile cavallo bianco (perchè poi bianco? esistono anche cavalli neri e marroni). Non lo racconta perchè sta scrivendo una fiaba. Generalmente il destinatario di una fiaba è un bambino ed i bambini vanno protetti. Dunque lo scrittore pensa che sia giusto lasciare immaginare ad un bambino che i due sposi vivranno per sempre felici e contenti. Un bambino ha bisogno di credere che esista l'amore eterno, che nella vita sia possibile incontrare quel principe azzurro che rapirà la principessa portandola via sul suo cavallo bianco, che sia possibile vivere per sempre felici e contenti.
Ma noi no, il tempo oramai non ci protegge più. Lasciate tra la polvere le fiabe e le nostre vecchie videocassette, ci affanneremo con molta più ostinazione nella ricerca della scritta "Hai vinto" scartando una confezione di Kinder Bueno che nella ricerca del fantomatico principe azzurro, che qualcuno dotato di spirito ironico o di inguaribile cinismo ha fatto diventare omosessuale.
Lo scrittore termina il suo racconto fiabesco con la formulazione alquanto vaga e generica del "...e vissero felici e contenti", un po' come quando rispondiamo alla domanda "Come stai?" con un altrettanto generico "Tutto bene, grazie", senza soffermarci troppo sui dettagli, perchè non ci va di spiegare che siamo stressati per il nostro lavoro, che gli impegni ci sovraccaricano, che non abbiamo abbastanza tempo da dedicare a parenti ed amici, che il nostro uomo sembra distante, che avremmo bisogno di una vacanza.
Ma se lo scrittore avesse minimamente immaginato che con la creazione del principe azzurro in sella ad un cavallo bianco avrebbe contribuito ad inculcare l'idea della ricerca dell'uomo e della donna perfetta, creando per molti quasi un alibi per la loro insoddisfazione sentimentale, avrebbe di certo optato per una formula meno vaga. Perchè molti vivono ancora in un mondo parallelo quanto irrealistico, fatto di principi coraggiosi e donzelle da salvare, di fatine che con la loro bacchetta magica sono pronte a realizzare i nostri sogni e di streghe cattive che per buon senso dovrebbero essere sconfitte, proprio come nelle fiabe. Noi donne specialmente siamo nell'ostinata ricerca di un uomo che sia bello, simpatico, intelligente, brillante, coraggioso e pronto a qualsiasi cosa pur di renderci felici. Un uomo che sia comprensibile, il nostro medico, avvocato, psicologo, la nostra musa ispiratrice, la nostra spalla su cui piangere e la mano da stringere per l'eccessiva contentezza. Vogliamo forse un cane o un'entità robotica rigidamente programmata. Perchè un uomo può essere tendenzialmente fedele, comprensivo, brillante, intelligente, simpatico, ma non è detto che lo sia sempre. Si soffermerà a guardare una bella donna che passeggia ma questo non significherà che vorrà tradirti o che non ti ami abbastanza. Talvolta fingerà di ascoltarti ma non è detto che non ti comprenda, avrà soltanto avuto una cattiva giornata o sarà sovraccaricato da mille pensieri che non vorrà esprimere perchè forse vorrà dare spazio ai tuoi. Non è un cane, un robot, bensì un uomo, che non è perfetto, commette errori di tanto in tanto, ma è questo a renderlo umano. Quindi forse lo scrittore avrebbe dovuto aggiungere al finale rituale del "E vissero per sempre felici e contenti..." che in realtà quella felicità durò poco, sino a che i due sposi non vennero catapultati nella vita reale. 
Ma noi che crediamo ancora in quell'uomo misterioso vestito di azzurro, che in sella ad un cavallo bianco possa rapirci, possiamo decidere di vivere nell'illusione, come solo a cinque anni si può fare e continuare a sognare ad occhi aperti in un mondo parallelo quanto irrealistico, fatto di principi e principesse, di cavalli bianchi, di streghe cattive che alla fine vengono sconfitte, di fatine che con la loro bacchetta magica trasformano in realtà i nostri sogni. Oppure possiamo ridimensionare il tutto interpretando in modo non necessariamente cinico, ma quanto meno realistico, ciò che una fiaba vorrà raccontarci. Possiamo cominciare a capire che il nostro principe azzurro non riusciremo a riconoscerlo tra la folla perchè vestito d'azzurro, solo perchè monta un cavallo bianco con cui sarà pronto a portarci lontano. Non sarà necessariamente un bell'imbusto dai capelli biondi, occhi azzurri, ed un portamento regale. Potrà indossare un paio di jeans e scarpe da tennis, potrà non essere altissimo nè avere un portamento regale, ma sarà il suo sguardo, le sue parole, il suo sorriso ad incanalarsi nel suo e nel nostro silenzio sulle strade del nostro cuore sino ad accendersi, provando quasi la sensazione che il nostro cuore stia per scoppiare. Non monterà di certo su un cavallo bianco, ma magari avrà un'utilitaria che dovrà ancora finire di pagare. Saremo felici e contenti perchè quello sarà il nostro principe azzurro, ma dovremmo esser consapevoli che quella felicità potrebbe non accompagnarci per un'intera vita. Dovremmo esser consci del fatto che potremmo vivere insieme felici e contenti, ma anche tristi e tormentati. Dovremmo esser consapevoli, senza attribuire tale considerazione ad un becero cinismo, che l'amore può finire, che potrà indurci a sputare sangue intriso da delusione, tradimento e tante lacrime, ma non per questo dovremmo rinnegare un amore che sebbene sia finito è stato comunque vissuto. E' stato vissuto con un'utilitaria, un mutuo da pagare, impegni, mattine in cui ti alzavi col magone perchè quell'uomo accanto a te non riuscivi più capirlo, perchè intanto la fiaba si stava a poco a poco dissolvendo e tu con lei. Ma questa è la vita e anche le vite più straordinarie finiscono. Anche l'amore è un pezzo di vita che se siamo fortunati, caparbi, se accettiamo talvolta di chinarci a compromessi scendendo dal nostro piedistallo, se riusciamo a praticare il perdono come l'arte di soli pochi eletti, potrà durare a lungo o forse per sempre. Altrimenti anche l'amore finisce. Ma quell'uomo che avrà acceso il nostro cuore sino a farlo scoppiare sarà per sempre il nostro principe azzurro, come lo sarà chi verrà dopo di lui riaccendo una luce che sembrava oramai spenta ed impossibile da riaccendere. E vissero per sempre felici e contenti, ma anche straziati, tormentati, tristi, inappagati, con il desiderio di capovolgere tutto e ricominciare da capo, vissero svegliandosi la mattina con il sorriso sulle labbra, ma il giorno seguente con l'angoscia di doversi dire addio, ed il giorno seguente con il desiderio invece di ricominciare a rimettere al loro posto i cocci rotti o semplicemente di gettarli via. Vissero felici e contenti con l'idea di costruire una famiglia da Mulino Bianco ma che di bianco aveva solo le tende del soggiorno della loro dimora che pian piano da nido sicuro diventava a poco a poco la prigione delle loro anime. Non si può vivere per sempre felici e contenti. Si vive con tutto ciò che la vita ci riserverà, saranno gioie, soddisfazioni, vittorie, ma d'altronde sono sensazioni che potremmo assaporare con maggiore intensità soltanto provando anche dolori, delusioni, sconfitte, amare, logoranti.
Ma ad un bambino questo lo si omette. Sarà la vita, brusca ma reale, triste ma anche incredibilmente gioiosa ed affascinante, ad insegnarglielo. Allora forse capirà che quanti più Kinder Bueno scarterà, quanta più probabilità ci sarà di trovare la scritta "Hai vinto". 

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