Le metropolitane hanno sempre sortito quest'effetto su di me. Come fossero un metro per misurare chi fossi diventata e dove stessi andando.
Passo dopo passo.
Scalino dopo scalino.
Corsa dopo corsa.
Sgomitando tra la folla rumorosa per cercare di superare tutti, anche quando ci si imbatte nella coppietta di turno che tenendosi per mano ti impedisce di farlo.
Guardando l'orologio con la consueta corsa contro il tempo.
Ammettendo che arriverai tardi tutte le volte. Ad ogni appuntamento. Anche quando ti sarai svegliata con due ore d'anticipo.
Cercando di ascoltare il rumore dei passanti. Quella voce che come un disco rotto annuncia la prossima fermata, anche se sarai sempre con lo sguardo fisso sul tabellone a contare quei due minuti come fossero due ore.
Preferendo di non ascoltare poi più nulla, mettendoti le cuffie nelle orecchie e ascoltando musica che non sapevi nemmeno di aver scaricato.
Imprecando perchè il ragazzo di turno si è lanciato sul primo sedile disponibile sgomitando manco fosse l'ultima scialuppa di salvataggio a disposizione.
Restando in piedi, tutte le volte.
Perchè tanto, ti dici, il tempo scorre in fretta o forse avrai solo imparato ad attendere con pazienza.
Lo penso, tutte le volte.
Che in fondo la vita può essere un po' così. Nascosta tra tunnel sotterranei che ti indichino una qualunque direzione senza assumersi la responsabilità delle scelte ma pronti, alla fine, a mettere in luce che se giuste o sbagliate ti hanno permesso di arrivare sempre ad un punto. Da cui proseguire, o ripartire.
Allora forse capirai che un tempo avresti voluto superare tutti.
E forse lo fai anche oggi, pur rallentando dietro la coppietta che si tiene per mano.
Che pur abituandoti alla tua consueta corsa contro il tempo, oggi preferisci prenderti il tuo di tempo. Per ascoltarti di più.
Che non si arriva mai tardi, perché c'è sempre tempo.
Per cambiare.
Per essere in grado di sentire.
Per perdonare.
Per ammettere gli errori.
Per ammettere che poi, in fondo, forse nemmeno lo sono stati.
Per riscoprirsi diversi.
Per rallentare.
Per ripartire.
Per rimanere in piedi.
Perchè è questo tutto quello che conta.
Quello che si riesce a dare alla vita, prima di pretendere.
Ammettere che fare passi indietro non è sintomo di debolezza, quanto la consapevolezza di cosa si vuole essere. Spesso sono invece passi in avanti.
Ricordando che, in fondo, tutto quello che conta è essere una brava persona.
Passo dopo passo.
Scalino dopo scalino.
Corsa dopo corsa.
Punto dopo punto. Per proseguire, o ripartire.
Con un cuore nuovo, perché non si ha paura.