Ho sempre voluto guardare il mondo come se fosse un posto in cui ci si emoziona, dotato di tante finestre di diverse dimensioni che puoi aprire per respirare aria fresca. Ho sempre desiderato essere una di queste finestre, per gli altri ma soprattutto per me stessa, per essere chiusa all'occorrenza, ma spalancarmi quando nelle emozioni mi ci volevo fiondare. Ed in un mare di emozioni sono ricaduta anche stasera, così, inaspettatamente, sentendomi però fuori da questo mondo, non una semplice finestra, come se avessi tante emozioni che non riuscissi a districare, come fili di un gomitolo di lana che non si sciolgono. Pensieri confusi che sembrano non avere un ordine se non quello del cuore, il più silenzioso, il più cauto, ma quello in fondo più bello. Amo pensare ad un mondo in cui si siano finestre da cui si intravedono luci accese, ed amo pensare a tutte queste luci come fossero persone. Come interruttori che una volta accesi permettono a te di guardare meglio e di procedere lungo una strada che altrimenti sarebbe buia, costringendoti a fermarti. E mentre cammini riempi te stesso ma ti riempi anche di loro, diventando pienamente te stesso ma anche tutti gli altri nella forma più semplice. Alcuni interruttori si accendono per poi bruscamente spegnersi. Altri non si accendono mai. Altri ancora dovremo scovarli perché da soli resterebbero spenti. Alcuni invece si accendono e restano accesi, come fossero una guida sicura, che passo dopo passo ti fa sentire meno sola nell'attraversamento della strada stando con te fino al traguardo, o semplicemente accolta, al caldo.
Allora non so come si faccia a sopravvivere senza guardare al mondo in questo modo così delicato e divino. Non capisco le finestre chiuse, né luci fioche che non riscalderanno né mai illumineranno la stanza. Non comprendo come si faccia a sopravvivere contenendo le emozioni in un sacchetto, per cacciarle poco per volta come fosse mangime per uccelli, facendo attenzione a non consumarne troppo.
Ma stasera non voglio soffermarmici. Stasera voglio vivere le emozioni così come sono, senza forma, ma con innumerevoli volti, quelli che condividono l'esserci e non il semplice gesto dello "stare", quelli che come me si emozionano, che sono finestre da cui trapela una luce fortissima per condurmi per mano sino al traguardo in un mondo che, nonostante tutto, è innanzitutto un posto in cui ci emoziona.
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