In questa settimana ho avuto due occasioni in cui ho visto passare tutta la vita davanti come fosse una pellicola cinematografica: un successo che è stato fonte di gioia e liberazione, un'altra meno piacevole che mi ha fatto pensare che basta poco per distruggere tutto ciò che si è costruito, ma che forse è vero che ci sia qualcuno che ci protegge e che i miracoli accadono, forse. Un'occasione in cui ho visto persone accerchiarmi, applaudirmi e abbracciarmi nella loro commozione calda ed avvolgente che mi ha fatto salire il cuore nella posizione più alta mai sperimentata, un'altra che ha visto il mio cuore abbassarsi e poggiarsi su un corpo che tenevo stretto per evitare che si facesse male, tra una macchina ed un muro freddo, come freddi e meccanici sono stati dei gesti, delle parole, dei comportamenti. Ci sono state due occasioni in cui mi sono resa conto di chi siano le belle persone che mi circondano e chi invece bella o bello non potrà mai diventarlo nonostante gli sforzi profusi, di chi è in grado di trasmettere calore, chi invece possiede una pochezza smisurata, trasmettendo solo aria fredda che si insinua nelle ossa senza alcun venticello che ti scompiglia i capelli ma che ti lascia ferma, inerme, allibita. Ci sono state due occasioni in cui mi sono resa conto di cosa significhi vivere: abbracciarsi, sentire il calore della pelle dell'altro sulla tua, piangere di gioia o perché si è spaventati, preoccuparsi dell'altro domandando un "come stai" con interesse e mai per senso di dovere, di tanto in tanto, e non una volta sola. Ma mi sono resa conto anche di cosa significhi morire pur mantenendo i piedi sull'asfalto: toccarsi senza avvertire nulla, domande di rito pronunciate per dovere e mai per interesse, smisurata strafottenza, pochezza d'animo, egoismo, presenze vuote, fredde, incomprensibili, che non conoscono la parola affetto, né il significato di buon senso, quelle del "l' importante-é-che-stia-bene-io-gli-altri-non-contano". Allora forse servono questi momenti per capire per cosa e chi valga la pena andare avanti, depennando chi ha scelto di morire pur tenendosi ancora in piedi. Occorrono momenti in cui il cuore sale in alto come una mongolfiera per poi finire schiacciato ad un muro per comprendere il valore delle cose, delle persone, per capire che vale la pena guardare a ciò che c'è piuttosto che incantarci su ciò che non c'è, che non ci sarà mai forse perché la pochezza e la superficialità è bene lasciarla ai mediocri.
Mi è servito tutto questo, nonostante la gioia si sia trasformata in rammarico, la grandezza di qualcuno diventata sempre più piccola, l'entusiasmo tramutatosi in uno stato d'animo che di tanto in tanto ti fa cacciare lacrime quando cristallizzi quella violenta immagine nel tuo cervello, nonostante debba rispondere che poteva andare peggio.
Ci sono momenti in cui la vita ti passa davanti e tu per fortuna riesci a catturarla in un pugno, e quando apri la mano osserverai ciò che incamera bellezza e calore, scartando le scorie.
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