Talvolta tento di spiegare i miei silenzi e il mio ostinato tentativo di comprendere di fronte gli errori della gente. Ci ho impiegato del tempo per rispondere nell'unico modo più plausibile: non sono in fondo anche io un essere umano, e non è vero che forse tutti gli esseri umani sbagliano, prima o poi?
Ho imparato a giudicare meno ed ascoltare di più per evitare che gli errori mi trafiggessero e mi lasciassero sanguinare senza che potessi far nulla per frenarne il flusso. Perché l'errore è così: aspetta il perdono, e se non arriva fa male di più, fa male due volte, ma non è un dolore condivisibile, è un dolore lancinante che trascina nel baratro soltanto te. Allora forse è questo il segreto per star meglio, o almeno conosco soltanto questi come possibili antidoti: l'ascolto, la comprensione ed un perdono silenzioso. Non significa farsi scivolare addosso ogni cosa, fingerci ciechi e sordi al cospetto di qualcosa che vorrebbe invece palesarsi e far così tanto rumore al punto da traforarci i timpani. Tutto questo ha solo un significato: dare il giusto peso alle cose. Soltanto così forse saremo in grado di trovare la più giusta delle dimensioni: stare bene.
Stare bene non è come andare in bicicletta. Lo dovremo imparare anche se nessuno sarà disposto ad insegnarcelo, ed è quello che ogni giorno cerco di fare in silenzio, ascoltando, comprendendo, perdonando.
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