sabato 25 maggio 2013

A voi Malala, a noi Barbara D'Urso.


Mentre nella nostra Penisola, classificata come parte della zona civilizzata dell'emisfero, nascevano casi come quello della "farfalla inguinale di Belen", il caso Ruby, disgregazioni politiche motivate da celate ma verosimili corruzioni, mentre balzava agli onori della cronaca il caso "Scazzi" confezionato come fosse un indovinello destinato al pubblico "Chi ha ucciso Sara Scazzi?Lo zio, la zia o la cugina, manda un messaggio al 4888 inserendo la risposta, in palio moltissimi premi", nell'altra parte dell'emisfero, precisamente in Pakistan, esente dalla benché minima ombra di giustizia o civiltà che dir si voglia, si discuteva di un editto emesso dal regime talebano che vietava il diritto allo studio delle donne pakistane. 
Mentre nella nostra Penisola esiste Barbara D' Urso, che si autodefinisce giornalista, facendo del cattivo gusto un'arma vincente per accalappiare i telespettatori con fatti di cronaca, alternati con del becero gossip, dati in pasto all'opinione pubblica disinformata, allestendo bancarelle del torrone gestite da chi fa dell' "opinionista" un mestiere degno di nota, dando merito al concetto di democrazia secondo cui "chiunque, anche nella totale ignoranza, può esprimere un parere che diventa giudizio", ignorando di quanta forza persuasiva abbia il sistema televisivo sulla popolazione media che non usufruisce di altri mezzi per il proprio diritto all'informazione, nel distretto dello Swat, nel nord del Pakistan, c'era una ragazzina, Malala Yousafzai, che dall'età di 11 anni scriveva un blog per la BBC americana, in cui documentava il regime dei telebani pakistani, contrario ai diritti delle donne, nonché la loro occupazione del distretto dello Swat. Esempio di donna, nonostante la giovane età, che ha fatto della sua voce il più persuasivo strumento di comunicazione, in un Paese come il Pakistan, in cui è stata etichettata come "simbolo degli infedeli e dell'oscenità", in cui le donne non rivestono alcun ruolo sociale se non quello di strumento per soddisfare il sesso più forte. Esempio di comunicazione pericolosa e tagliente, in grado di destabilizzare, perchè veritiera, da intimorire il regime talebano al punto da organizzare un attentato in cui Malala è rimasta ferita gravemente, salvata a seguito di cure mediche specializzate a Londra e candidata al Premio Nobel per la Pace. La giovane vive attualmente in Inghilterra dove ha la possibilità di studiare, ma ha fondato un'associazione a tutela delle sue coetanee connazionali, vittime ancora oggi nel nostro millennio, di uno dei peggiori soprusi destinati al gentil sesso. 
Allora mentre in Pakistan si lotta per il riconoscimento di un diritto di studio per le donne, in Italia si fa di tutto per sotterrarlo, nonostante lo si abbia ottenuto già da un pezzo. 
Mentre in Italia abbiamo Barbara D'Urso, in Pakistan hanno Malala.
Allora sono un po' confusa. Se l'Italia è riconosciuto come uno di quei Paesi dell'emisfero "civilizzato" perché ricevere lezioni di civiltà da una giovane pakistana? Donne come Malala, disposte a sacrificarsi per scuotere le coscienze, le cui parole scritte su di un blog muovono il mondo intero più di un paio di gambe o di un seno rifatto, possono nascere soltanto in Pakistan, un paese in cui si vive in condizioni sociali ai limiti della comprensibilità umana? Il prezzo della civilizzazione italiana consta di Barbara D'Urso, Maria De Filippi, Nicole Minetti e Flavia Vento?
Onore a te, Malala, perché in un Paese in cui non potevi indossare vestiti colorati a scuola, in cui il tuo diritto allo studio viene bandito, la tua voce è stata esempio della civiltà più indiscussa degli ultimi tempi. Onore a te, Malala, che all'età di tredici anni, sei già una donna in grado di dimostrare la sua forza. Onore a te, Malala, che non hai avuto paura, né di parlare, né di morire. Onore a te, perché hai dimostrato che in un Paese non civilizzato si può nascere con un senso di civiltà ben maggiore di chi nasce in un Paese dell'emisfero "civilizzato".
Quindi a voi Malala, a noi Barbara D'Urso. A voi la forza della comunicazione, a noi il degrado della disinformazione.

" Ho la mia età, non ho botulini, non mi sono rifatta niente e le tette sono le mie. Perché dovrei nasconderla? Fa bene anche alle altre donne. Per il momento ho fortuna, Poi magari ci incontriamo tra due anni, bluffo sull'età, ho le bocce rifatte, sono tutta bloccata con du' labbroni così... E allora l'autorizzo a darmi della cretina. " (Sette, 27 maggio 2010)
Barbara D'Urso

"I don't mind if I have to sit on the floor at school. All I want is an education and I'm afraid of no one."
M. Y.


















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