domenica 17 marzo 2013

Un universo di funamboli

Mentre casa mia veniva messa a soqquadro senza che facessi nulla per impedirlo, nelle case degli altri sono sempre dovuta entrare in punta di piedi, talvolta travestendomi addirittura da funambola. Il mio desiderio di occupare uno spazio che non mi vedesse con i piedi a mezz'aria, ha dovuto sempre fare i conti con l'esigenza, o forse il dovere, di diventare un'acrobata, ma quest'ultimo non ha mai vinto nonostante gli sforzi. Nonostante in equilibrio su di un filo non ci sapessi stare, tutti hanno sempre preteso che lo facessi ed io ho cercato di accontentarli pur di restare in uno spazio che appartenesse a qualcun altro, anche se paradossalmente non lo occupavo mai. Ho provato ad imparare nonostante abbia messo sempre tutti a sedere nelle prime file e quando cadevo ci riprovavo nonostante sentissi di non avere abbastanza forza nelle gambe, nonostante l'imbarazzo nel sentirmi schernita da un pubblico di funamboli di professione. 
Ho cercato di spiegare che il funambolismo non fa per me, ma sono stata sempre rimproverata e cacciata perché nessuno mi ha mai creduta, "Tutti ci sanno stare", mi dicevano, "perché non dovresti farlo anche tu?"
Mi sono convinta che avessi io qualcosa che non andasse, pensavo di non avere abbastanza forza nelle braccia e nelle gambe, né sufficiente concentrazione che me lo permettesse. Ho tentato di fare pratica, ma inevitabilmente cadevo e nel rialzarmi non desideravo mai di risalire sul filo, ma di strisciare sporcandomi di tutto ciò che ci fosse sul pavimento, mantenendo gli occhi aperti nonostante vi entrasse la polvere. 
Ma la verità è che ci vedo così tanta poca naturalezza e spontaneità, così poca umanità in questa pratica per me a tratti perversa, che non posso rivedermici. Non ho mai voluto che qualcuno dovesse alzare lo sguardo per vedermi in perfetto equilibrio, né io ho voluto mai realmente abbassarlo nonostante il suo sguardo tra la folla non riuscissi sempre ad incrociarlo. Non l'ho mai voluto eppure è accaduto, nonostante non ne ricorda il motivo ed il perché non abbia scelto una strada diversa prima di posizionarmi con i piedi a mezz'aria. 
Si innesca un meccanismo perverso nella mentalità di un funambolo: sta lì facendosi forza nelle gambe cercando di rimanere in equilibrio su di un filo, attento ad attraversarlo tutto per più di una volta, non occupando alcun volume, accaparrandosi gli sguardi della folla seduta sugli spalti che lo fissa dal basso, acclamandolo come grande artista. Ma io vorrei alzarmi tra la folla ed invece di acclamare chi paventa quest'arte che sembra contraddire i limiti umani, spezzare quel filo e vederlo scaraventato sul suolo. Vorrei vederlo strisciare o alzarsi mantenendosi in equilibrio con i piedi sul pavimento e nel constatare la sua mancata propensione dirgli: questa è la vera natura dell'essere umano, perché non dovresti farlo anche tu?

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