Essere protagonisti della propria vita significa riuscire a muovere le cose del mondo perché si è cominciato da se stessi.
Significa rimanere in piedi sul palco anche quando i riflettori si spengono.
Significa rintanarsi dietro le quinte solo per rimettersi in sesto.
Significa uscire, ma mai dalla porta di retro, solo attraverso quella principale da cui si è entrati.
Significa scegliere, ogni cosa, qualunque dettaglio.
Credevo di aver appreso tante lezioni fino ad ora, ma è come se me mancasse sempre una che avevo forse trascurato e che poi ad un certo punto la vita ti mette davanti e non puoi fare altro che assimilarla, tutta d’un fiato.
Così, un passo alla volta, sono salita sul palco.
Ho fatto attenzione a non inciampare.
Mi sono posizionata al centro.
“Schiena dritta”, qualcuno mi avrebbe urlato una volta.
Non credo che questa volta ci sia stato bisogno di ricordarmelo.
Credo che qualcuno mi abbia anche indicato una via di fuga, una di quelle uscite d’emergenza sul retro. Ho declinato l’invito a defilarmela, stavolta.
Piuttosto, mi sono concessa il lusso di svignarmela ogni tanto dietro le quinte, per poi tornare al centro del palco, anche a riflettori spenti.
Perché questa era una delle lezioni più importanti che non avevo ancora imparato.
Non per la sua sostanza, ma perché racchiudeva il senso e la misura di quello che vorrò imparare ad essere, di quello che un giorno o l’altro tutti dovrebbero imparare ad essere: protagonisti della propria vita.
Ho scelto io stavolta, ogni cosa, qualunque dettaglio.
Mi sono mossa per una ragione: quella di cambiare le cose del mondo partendo dalle mie.
Quello dove il più forte non é necessariamente il più scaltro, ma chi ha la pazienza di aspettare.
Quello in cui non esistono vincitori o perdenti, ma chi crede di non avere scelta e chi un’alternativa la trova sempre.
Quello in cui si impara a prendersi per mano, senza stringersela troppo, ma abbastanza da rimanere uniti.
Quello in cui si crede ancora in qualcosa.
Quello in cui per reggersi non serve altro che la forza della verità.
Non permettete mai a nessuno di fare leva sulle vostre debolezze, perché un giorno quelle diverranno i vostri punti di forza.
Non permettete mai a nessuno di dirvi che non siete abbastanza. Troppo magre, troppo grasse, troppo basse, troppo alte. Troppo poco, o semplicemente troppo.
Non permettete mai a nessuno di tarparvi le ali perché siamo tutti nati per volare, ciascuno verso la propria destinazione.
E non permettete a nessuno di ripetervi che non avete scelta.
Scegliamo ogni cosa, ogni dettaglio.
Se essere ombre tra la folla, o protagonisti su di un palcoscenico, anche a luci spente, anche senza essere di fronte ad una platea attenta.
Perché, in fondo, certe scelte non le si fa allo scopo di guadagnarsi gli applausi, ma per amor proprio, per sentirsi non servi ma padroni della vita che ci è stata donata, per uscire di scena, forse, ma sempre dalla porta principale.
E alla fine conterà con quanta grazia ti sia concesso alle cose della vita, con quanta forza abbia resistito pur di non vederti defilato in un angolo, con quanta leggerezza d’animo abbia lasciato le cose a te non destinate, con quanta ostinazione ti sia posto al centro del palco consapevole di essere rimasto in silenzio troppo a lungo.
Forse il nocciolo della lezione era questo: sentirsi pronti per poterla assimilare e partire da qui, protagonisti di una vita che altrimenti sarebbe come perduta.
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