domenica 23 giugno 2013

Le chiavi in salotto.

Qualcuno una volta utilizzando una simpatica metafora mi ha detto che spesso le nostre convinzioni possono annebbiarci al punto da non credere che altro sia invece possibile. Allora è come se cercassimo delle chiavi in salotto, essendo convinti che siano state riposte esattamente dove credevamo di averle lasciate. Setacceremo il salotto per un tempo illimitato, ci accovacceremo in ogni angolo, alzeremo tappeti impolverati, sposteremo mobili ed oggetti di ogni tipo. Ma le chiavi non usciranno mai, forse, e l'idea di cambiare stanza nemmeno riuscirà a sfiorarci. L'idea di aver riposto le chiavi in salotto e che non sarà possibile trovarle altrove sarà più forte del tentato rischio che potremmo correre muovendoci in altre direzioni. Ho sempre pensato che il cuore sia uno dei nostri organi migliori, ma il cervello il peggiore in assoluto, perché è lui che ci controlla, ci convince, talvolta ci ingabbia. Non lo so se si può esser più forti di un cervello come questo, forse sì, o forse è utopia, o forse siamo noi prima del cervello a decidere chi essere, perché in fondo siamo soprattutto il nostro pensiero. Ma credo che per evitare che le idee ci risucchino al punto da renderci schiavi, contravvenendo a quel senso di libertà che dovrebbe caratterizzare ogni singola vita, a volte dovremmo trasformare la rabbia in grinta, il dolore nella maturità di accettare la realtà delle cose, sforzarci di alzare le ginocchia dagli angoli del salotto, cambiar stanza ed osservare che in effetti le chiavi erano proprio lì. Le chiavi potrebbero servire ad ogni cosa, e non necessariamente a ciò che pensavamo potessero servirci a priori. Ma le chiavi potrebbero servire semplicemente ad aprire la porta di quella casa ed abbandonare l'idea che della stessa avevamo, riuscendo a sentirci di nuovo liberi, recuperando in fondo lo stato primordiale in cui nasce ogni essere umano. Perché sebbene serbi il bisogno innato di condivisione, nasce in fondo libero, solo, senza catene, la stessa sensazione che dovremmo provare nel relazionarci ad ogni cosa, evento o persona che sia, perché questa sarà la vita vera, autentica bellezza.

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