domenica 7 ottobre 2018

Tramonti che uniscono


Mi piace osservare i tramonti.
Mi fanno pensare alle distanze che si assottigliano.
A chi riesce a guardarsi solo a luci soffuse.
A due corpi che si sfiorano.
A due anime diverse che riescono a trovare la stessa strada per ricongiungersi.
All’azzurro che nasce con una tonalità tenue per poi diventare sempre più intensa.
Ai colori che si intersecano, sino a catturare quello che rapisce lo sguardo più di tutti gli altri.
È il preludio di una fine che ha in grembo un nuovo inizio.

Mi fa pensare agli incontri.
Come il giorno che lascia spazio alla notte.
All’avvicinarsi, timidamente.
A quel momento che precede l’unione.

Mi fa credere che sia possibile cristallizzare il tempo, creando una dimensione in cui non vi sia alcuna fretta di andare.
Quella in cui il silenzio è la risposta a qualsiasi tua domanda.
Una dimensione da cui potresti scappare, ma decidi di restare.

Mi fa pensare al tenersi per mano, prima di lasciarsi andare.
Al guardarsi negli occhi, un attimo prima di innamorarsi, o di dirsi addio.
All’abbracciarsi, forte.
Man mano che le tonalità dei colori del cielo divengono sempre più intense.
Quando il rosa incontra il blu, ed il rosso l’arancione.

Mi fanno pensare ad un anello di congiunzione.
Ad un ponte che collega le sponde opposte di un fiume.
A tutte quelle cose che non sono nate per essere bianche o nere, il giorno o la notte, pioggia o arcobaleno.
A tutte quelle cose che sono lì per darci del tempo.
Quello concesso, strappato, implorato, o anche imposto.
A tutte quelle cose che sono importanti perché ci insegnano ad aspettare.
Si interpongono tra due realtà diverse e preparano l’una a lasciare spazio all’altra.
Lasciano che si scrutino, man mano che la luce diventa sempre più fioca.
Che si sfiorino, sino a trovare la stessa strada per due.
Che si incontrino, prima di diventare una cosa sola.
Lasciano che ci sia un tempo in cui non vi sia fretta di andare, necessità di parlare, in cui si sceglie di restare.
Lasciano che le due si tengano per mano e che si guardino prima di abbandonarsi l’una nelle braccia dell’altra.

Lasciano che le distanze si assottiglino.
Così, come tutte le cose che sembrano meno importanti.
Così, come tutte le cose che invece contano più delle altre, perché uniscono.

Nessun commento:

Posta un commento