Ho cercato di raggruppare questi lunghi mesi in uno soltanto che fosse in grado di ricongiungere tutti i punti in fila indiana. Fino a quando, a seguirne la sequenza, perdevo l'ordine delle cose. Trasformavo i volti in ombre di cui a stento riuscivo a definirne i contorni e le assenze in presenze, guardando ai sensi di colpa come chi ce li ha addosso ma non li sente, riconducendoli al circolo dell'inevitabilità delle cose, quelle che accadono e basta o che a volte non siamo in grado di prenderci.
Ho pensato a tutte quelle ombre proiettate su quell'unico angolo di strada su cui batte il sole che si sovrappongono creandone una soltanto. A tutte quelle figure che non erano piene di nulla, eppure io me le sentivo aleggiare addosso, rendendo presente chi aveva scelto la strada a me opposta.
Eppure in quel sovraffollamento di ombre, sono riuscita ad identificarne qualcuna cui ho dato un volto, dei contorni, persino dei colori. Le ho riempite di tutti i dettagli che credevo avessero importanza, di tutte le emozioni che avevo dentro, facendomele passare attraverso lo stomaco, la gola, sino ad arrivare a sovraffollare la mente e a stropicciarmi il cuore.
E allora ho pensato alle persone che senza nemmeno saperlo ti fanno esplorare il mondo, quello che appartiene a loro e quello che di te nemmeno conoscevi. È quello che ti danno, quando mettono in atto uno scambio armonico fatto di modi di comunicare differenti che convergono alla fine in uno soltanto. Quello che dice: voglio stare con te, nonostante tutto, qualunque ne sia il prezzo.
Ed è in questo lento ripercorrere degli eventi, scrivendo e pensando e pensando a furia di scrivere facendone una raccolta, che sono ritornata a ripensarci. Ed in questo circuito di cui ho sempre ignorato dove fosse la porta d'uscita, mentre mi ci perdevo mi ci sono ritrovata tutta intera.
Quindi forse possiamo scegliere mille e svariati modi per poterci stare e lasciare che le persone invadano la nostra vita pur essendo apparentemente assenti, come se l'assenza diventasse più palpabile
di tante altre presenze.
Credevo di non riuscirci, ma alla fine ce l'ho fatta. Sono accanto, pur essendo lontana. Spesso viviamo tante vite senza essere in grado di sceglierne una. Non è ricordo, né nostalgia, è l'aver appreso che dentro di noi possiamo essere tanti, ciascuno per l'altro irrinunciabile.
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