mercoledì 17 aprile 2013

Temo chi non ha amici.

C'è chi ha paura del buio, dell'altitudine, dei luoghi affollati, degli scarafaggi.
Io ho paura delle persone che non hanno amici. Perché non conoscono il silenzio con cui ci si insinua in una vita, il rumore delle marce per procedere nell'attraversamento di quella strada impervia o scoscesa, la piacevole sensazione di conoscere senza mai stancarsi. Non conoscono il rosa di un'alba in cui sorgono i tuoi dubbi e le tue mille paranoie che troveranno sollievo nel rossore di un tramonto con cui verranno rimosse al sopraggiungere dell'imbrunire. Non conosceranno il movimento delle onde che cullano sulle note di una dolce ninnananna, calde come un abbraccio, fresche come la primavera, sussurri come echi che non smetteranno mai di rimbombare. Non conosceranno la parola casa. Non riusciranno a coniugare il verbo restare. Non assaporeranno la dolcezza di un affetto disinteressato. Non capiranno il significato di insieme e di bisogno. Non si sentiranno mai parte di qualcosa in cui la parola d'ordine è: condivisione, in cui si coglie la lucentezza di un sorriso come cenno d'intesa, in cui anche rotolare nel fango, insieme, diventa quasi più divertente, in cui si coglie un'inaudita bellezza nel rialzarsi, insieme, dopo che le onde del mare ti abbiano travolto. Non conosceranno il suono squillante di una A di amicizia e di amore. Non conosceranno la fatica che assume i toni del lavoro più leggero e spontaneo, nel coprire del fango di asfalto che diventerà una strada, la vostra, che sarà l'unico posto sicuro nelle notti più buie, quella che si percorrerà quando si avrà voglia di scoprire la verità. Non conosceranno il moto dilatatorio del cuore ad un ti voglio bene urlato o racchiuso nel più semplice dei gesti.
Ma ciò che più mi fa paura, sono le persone che parlano di amicizia pur non avendo mai sperimentato nessuno di questi aspetti, o avendoli a mala pena sfiorati. Di quelli ne ho il terrore.

Perché conosco soltanto un modo per vivere un'amicizia: esserci.

E' facile "stare", peccato che "esserci" sia un'altra cosa. Un verbo che sussume tutte le sfumature di colori, tutte le fragranze dei profumi, tutti i termini elencati. Un verbo che non si coordina ad alcun complemento, perché da solo basta.

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