giovedì 19 settembre 2013

Wish of stopping.

Oggi sono entrata in un caffè vicino alla stazione della metro di Goodge Street. Ho bevuto una cioccolata calda seduta al tavolo, in cui ho tentato di affogare parte dei pensieri riscaldando intanto anche un po' me stessa, guardando fuori gli schizzi di pioggia che delicatamente bagnavano i vetri dei finestroni. Guardavo fuori perché aspettavo che la porta si aprisse perché aspettavo qualcuno. Ma quel qualcuno era in ritardo e alla fine non è arrivato. Probabilmente non ero l'unica ad aspettare. C'era una donna accanto a me il cui sguardo era rivolto alla porta ogni qual volta ne sentiva il cigolio. Quando sono uscita dal caffè non pioveva già più, e ho sostato per qualche minuto su di una panchina in una piazzola per fumare una sigaretta, bruciando il resto dei pensieri insieme alla cenere che cadeva giù e nemmeno l'avvertivo. Oggi avevo bisogno di fermarmi in una città che corre veloce, dove rapidi sono i rapporti, i sentimenti, le gioie, le opinioni, e forse per fortuna anche i dolori. Volevo afferrare il mio tempo, per forse farci entrare dentro soltanto ciò che occorre ed ancora una volta la vita mi ha fatto capire che devo metterci soltanto me stessa. E' come se la vita mi abbia fatto capire che non devo aspettare niente e nessuno, ma soltanto camminare e afferrare ciò che trovo per strada, sostando solo quanto basta, quel poco che non mi faccia mai sentire meno degli altri, quel poco che non mi faccia mai sentire colpevole, quel che occorre per sentirmi sempre integra ed in pace con ciò sento. Mi ha fatto capire che i buoni non vincono mai perché non hanno forse bisogno di vincere nulla. Non esiste nessuna partita, non c'è bisogno di dimostrare nulla, perché chi vorrà lo capirà da solo e sarà quello il nostro bottino. E se nessuno capirà rimarremo sempre noi con la nostra nobiltà d'animo che sarà più importante di qualsiasi uomo o donna in cui saremo maldestramente inciampati.
Dopo quasi due mesi è successo anche a me: sono caduta nel tunnel delle insicurezze e ho pianto.
Dopo quasi due mesi è successo anche a me: desideravo profondità, serietà, intimità. Volevo calore, quello umano, quello fatto di frasi di rassicurazione e di abbracci forti che ti fanno mancare il fiato, quelli che in silenzio ti dicono "ti voglio bene".
Ma non ho trovato nulla di tutto questo da nessuno, allora l'ho dovuto creare. Ho cercato il calore in una cioccolata bollente, ma non era abbastanza, allora ho comprato un piumone, delle lenzuola, dei calzini di spugna e delle babbucce a forma di koala. Ma non era abbastanza, allora ho preparato una zuppa calda per cena, fin quando ho capito che avrei potuto continuare all'infinito, non sarebbe mai stato abbastanza se non mi fossi guardata allo specchio ripetendo tra me e me che io posso essere abbastanza, io posso essere tutto quello che c'è nella mia testa, ma soprattutto nel cuore.


Today I've gone into a café near Goodge Street tube station. I've drunk hot chocolate sitting at the table , in which I attempted to drown part of my thoughts, while warming a bit myself too, looking out the splashes of rain that gently bathed the glass of the windows. I looked out because I was waiting that the door opened up because I was waiting for someone. But "someone" was late and in the end he hasn't arrived. Probably I was not the only one waiting. There was a woman next to me whose eyes were turned to the door whenever she heard the creak . When I left the coffee it wasn't raining, and I paused for a few minutes on a bench on a pitch for a cigarette , burning the rest of the thoughts with the ashes which fell down even if I didin't feel anything. Today I've needed to stop myself in a town that runs fast, where the relationships , feelings , joys , opinions, and perhaps fortunately even the pain are quick. I wanted to grab my time, in order to insert into just what you need , and once again life has made me realize that I have to put only myself. It's like if life has made me realize that I do not have to wait for anything or anyone, but only walk and grab what I find on the street, pausing only long enough , the little that I don't ever make me feel less of others, or guilty, the little that you always need to feel whole and in peace with what I feel . It made me realize that the good guys never win because they don't need to win anything. There is no game , no need to prove anything , because who wants really will do it alone and will understand what our loot. And if no one will understand, we will always be with our nobility that will be more important than any man or woman in whom we stumbled awkwardly .
Almost two months after it happened to me: I felt into the tunnel of insecurities and I cried.
Almost two months after it happened to me: I wanted depth , seriousness and intimacy. I wanted warmth, that human one, which consists of sentences for reassurance and strong hugs that make you short of breath , those which silently tell you " I love you" .
But I didn't find any of this from anyone, then I had to create. I found out the warm in a hot chocolate , but it was not enough, then I bought a duvet, bed linen , terry socks and slippers in the shape of koalas. But it was not enough, then I made a hot soup for dinner , until I realized that I could go on forever , it would never be enough if I didn't look myself in the mirror repeating to myself that I can be enough, I can be everything which is in my mind, firstly in my heart.

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