sabato 23 febbraio 2013

Dal dizionario umano: significato di analfabetismo.

"Analfabetismo": ignoranza del sistema di scrittura e lettura, dovuta a mancata istruzione di base.

Chi più, chi meno, credo che la stragrande maggioranza ne sia esente. Tutti conosciamo l'alfabeto, tutti scriviamo, tutti sappiamo leggere.
C'è chi millanta più di una laurea, di leggere tanto, chi si riempie la bocca di citazioni di grandi autori cacciandole come un coniglio dal proprio cilindro, chi conosce almeno una lingua straniera.
Meritevoli, senza dubbio, al passo con una società in cui questo è dato per scontato se si vuol raggiungere una posizione degna di nota, prodotti di una società in cui sei valutato per ciò che fai nonostante spesso non coincida con chi vorresti invece essere. Ma la definizione è chiara, dunque perchè scomporsi. Non siamo analfabeti, perchè abbiamo certamente ricevuto un'istruzione di base che ci consente di saper leggere e scrivere.
Ma credo che all'analfabetismo bisogna dare un'accezione più ampia, e allora forse ci accorgeremo che non risparmia nessuno, o quasi.

Ciò che scriviamo dovrebbe essere il frutto di ciò che pensiamo.
Nonostante possa sembrare un paradosso Marzulliano, spesso si pensa più a ciò che si deve scrivere, ma non si scrive ciò che si pensa. Un punto in meno alla nostra idea di appartenere alla categoria dei non analfabeti.

Ciò che si scrive, il frutto di ciò che pensiamo, dovrebbe essere altresì pronunciato.
La scrittura è di certo una scappatoia più comoda attraverso cui trasmettere un'idea senza però mai in fondo vederci nelle prime file di un plotone, perchè se fossimo in grado di pronunciare ciò che scriviamo, il passo successivo sarebbe certamente di agire per la realizzazione di quanto detto perchè scritto e all'origine pensato. Scriviamo "mi manchi" perchè forse lo pensiamo ma non siamo in grado di urlarlo nè di fare il possibile per lenire la mancanza. Scriviamo "ti amo" e qualche volta lo diremo anche, ma di fronte ad una strada con possibili alternative da seguire che potrebbe condurci lontano, su di un binario differente, scegliamo spesso di mettere il nostro amore in secondo piano, pensando che con i nostri obiettivi quell'amore non c'entri, ma l'amore non solo ti fa restare, ma il distacco ti sbrana.

Leggiamo i best sellers della letteratura senza essere in grado di saper leggere un cuore, un cervello, le smorfie di un viso, la gestualità, uno sguardo, l'arricciamento del naso, il grattarsi la testa, un sorriso negato o offerto, un'anima. Spesso non sapremo in grado nemmeno di sfogliare le pagine della nostra vita, prima di quelle degli altri, libri impolverati che rimarranno sepolti nello stomaco senza mai rispolverarne la copertina ed aprirli. E a cosa varrà lo studio di interminabili manuali universitari, la lettura di Tolstoj o Victor Hugo, se gli unici libri cui non dovremmo mai negare la nostra attenzione resteranno chiusi per paura di non trovare la più corretta chiave di lettura?

Conseguiamo una laurea per diventare esattamente quello che abbiamo scelto di diventare: un avvocato, un medico, un insegnante, un ingegnere o un farmacista. Ma ignoriamo il mestiere più antico, naturale nella sua complicanza, la base di ogni istruzione, quello la cui priorità, nella sua più intima essenza, richiederebbe lo scrivere su un post it da attaccare al cuore per lasciare che esso ci conduca esattamente dove vorremmo trovarci senza alcun se nè ma, leggere un'anima, la propria e dell'altro, per scoprirsi in fondo a vicenda : l'essere umano.

Potremmo faticare per diventare chiunque, ma prima di scrivere, su un blog, un social network o un pezzo di carta, è necessario ricordare che la prerogativa è una concatenazione tra pensare-scrivere-esprimersi-agire. Prima di leggere un libro è necessario imparare a leggere le persone che si riveleranno forse il libro più bello o il più tremendo, ma nell'uno e nell'altro caso sarà l'unico ad insegnarti la vita. Conseguiamo una laurea o anche più di una ma se ignoriamo l'accezione più ampia del concetto di analfabetismo, potremmo diventare chi vogliamo, continuando ad essere soltanto una massa di analfabeti. La definizione di "analfabetismo" in qualsiasi dizionario di lingua italiana vincerebbe certamente una simile considerazione. Io le definizioni le detesto, sterilizzano, tolgono invece di aggiungere, appiattiscono, minimizzano, comprimono, sintetizzano. Sguazziamo in una sintesi che non ci definisce mai abbastanza, che in fondo rende tutti innocenti perchè basta appigliarsi ad un dettaglio, ad un sinonimo o ad un contrario per catalogarci in una categoria che fino in fondo non ci apparterrà mai abbastanza.

Siamo tutti in fondo analfabeti nell'accezione più ampia del termine, e non ce ne rendiamo nemmeno conto.


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