martedì 19 febbraio 2013

Come le rondini.

Credo che di un social network come facebook ne avrei fatto a meno se non avessi avuto l'esigenza di recuperare dei contatti che altrimenti avrei perso.
Credo che di riapparire "virtualmente" ne avrei fatto a meno se non fosse che non so sparire in effetti.
Me ne so andare via, ma ogni volta, devo tornare.
E non perchè credo che qualcuno mi aspetti, in realtà nessuno me l'ha mai dimostrato, ma perchè credo che esistano due categorie di persone: le farfalle e le rondini.
Il ciclo vitale delle farfalle è breve e si articola in quattro fasi: uovo, bruco, pupa e adulto.
Dall'uovo esce il bruco che sceglierà uno stelo adatto su cui tessere un cuscinetto di seta cui attaccare la coda. La cuticola del bruco si fende lungo il dorso e la pupa inizia ad emergere. Una serie di contorcimenti sospinge la cuticola del bruco verso la coda, questa vecchia pelle viene abbandonata ed una serie di uncini sulla coda viene fissata al cuscinetto sericeo. A questo punto la pupa assume la sua forma definitiva. Poco prima dello sfarfallamento, il colore della farfalla adulta diventa vagamente visibile e la farfalla comincia faticosamente ad uscire. La vita di una farfalla sarà breve, può durare da qualche giorno ad una o al massimo due settimane e solo eccezionalmente per un mese. Poi la farfalla si spegne, in breve tempo perderà le sue tinte variopinte, sparirà e non avremo forse più occasione di incontrare la stessa a volteggiare nell'aria.
Certe persone sono come le farfalle. Ci sembrano incredibilmente belle, come se mai avessimo incontrato qualcosa di simile, ci sembrano così diverse che quasi questa diversità ci incute timore. Ci avvicineremo con estrema cautela e quando ne apprezzeremo quel tenero volteggiare, di lì a poco scompariranno senza mai più riapparire ai nostri occhi. E ci tormenteremo al pensiero al punto da vagare alla ricerca di quei colori meravigliosi che avranno colpito la nostra attenzione, senza mai più trovare la stessa. Saranno misteriosamente scomparse, così, nell'aria, senza nemmeno avvisarci, nè darci un ultimo saluto, perchè in effetti sono state programmate per apparire e colpire per la loro bellezza, ma poi per sparire nella fugacità di un tempo che non potremmo arrestare. Loro giungono e se ne vanno, ma non possono tornare.
Le rondini hanno invece l'attitudine di emigrare verso posti caldi. Da noi giungono in primavera e riemigrano con i primi freddi. Credo siano degli uccelli che abbiano bisogno di avvertire del calore sulle loro piume altrimenti morirebbero. Ai primi segnali, senza alcun timore, se ne vanno. Ma poi insieme all'intero stormo, con un'inusuale costanza, devono ritornare. Un partire e ritornare che diventa la costante della loro vita, lunga o breve che sia. E allora alla loro partenza ci si abitua, ma in fondo, anche un po' banalmente, si attende sempre un loro ritorno.
Allora ci sono anche persone così, persone che sono come le rondini. Persone in cui si annida un non so che di scontato e di banale nei loro gesti, perchè non sono mai del tutto inaspettati, l'imprevedibilità non è in fondo una dote che appartiene a loro sebbene qualcuno voglia riconoscerglielo. Ci sono persone che hanno l'esigenza di sentir caldo e quando avvertono i primi freddi vanno nel panico, perchè temono gradatamente di morire. Allora cercano di inventarsi qualsiasi cosa per sopravvivere, nutrendo la consapevolezza di non poter restare e allora se ne vanno, partono. Incrociano persone che credono possano fare al caso loro, persone che sperano facciano parte di quello stormo di rondini che viaggeranno sulla loro lunghezza d'onda, ma il più delle volte ne rimarranno tremendamente delusi, perchè in fondo quelle che pensavano fossero rondini non si riveleranno altro che farfalle. Delle bellissime ma precarie farfalle. Veloci, fredde, incostanti. E allora ritornano sperando di mettere radici che probabilmente non cresceranno mai, perchè il partire e il ritornare è un aspetto intrinseco della loro indole e non possono non esserne accondiscendenti. Queste persone se ne vanno ma non possono non ritornare, e non perchè gli altri se lo aspettino, nè perchè ci sia qualcuno che in fondo stia ad aspettarli, ma perchè riuscirebbero a restare se esistesse un luogo in cui facesse caldo per 12 mesi all'anno. La loro è una capacità che hanno dovuto sviluppare ma di cui in altre circostanze ne avrebbero fatto a meno, perchè è il freddo che incombe che gli impone di andar via, ma loro, riuscirebbero a restare.
Allora ho provato ad omologarmi alle farfalle che spesso ho incrociato volando, ma significava volar basso, colpire per appariscenza, non provare il bisogno di sentire calore, significava dopo poco sparire. Ci ho anche provato ma non ci sono riuscita, perchè forse sarò scontata o banale, ma io proprio non so sparire, devo andarmene ma con la stessa costanza ritornare, in una temporaneità che si chiama sempre "troppo tardi" o "troppo presto", c'è sempre un troppo di troppo nei miei comportamenti, ma ad un silenzioso niente ho sempre preferito un rumoroso troppo, ho sempre preferito traboccare che essere prosciugata.
Non credo che si preferiscano le rondini a delle farfalle. Non avranno la loro bellezza, il battito delle loro ali non sarà fresco e leggero, non avranno la loro luminosità nè il fascino di chi potrai incrociare solo per breve tempo e allora ti incanterai ad osservarle fin quando il tuo tempo non sia scaduto.
Vorrei tanto coltivare la dote dello sparire, del non tornare quando tutti un po' in fondo si aspettano che lo faccia, vorrei tanto comprendere cosa si provi a sapere che qualcuno ti aspetta ma tu intanto avrai scelto di sparire senza mai più voltarti. Ma in fondo non sono una persona-farfalla. Faccio esattamente quello che tutti si aspettano che io faccia, in primavera o anche fuori stagione, troppo tardi o troppo presto: ritornare.

(...e non parlo di un social network, ovviamente!)

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