sabato 24 novembre 2012

Siamo tutti sostituibili?

Esistono quelli che sostituiscono e i sostituiti. Gli stronzi e gli illusi. Quelli che siederanno sul loro piedistallo guardando tutti come fossero passanti e chi sarà troppo basso per salirci. Quelli che avranno la presunzione di pensare di cavarsela con un fugace come stai senza ascoltare la risposta, di pensare che due battute, una risata e una notte di sesso significhi vivere qualcuno e chi invece vivrà qualcuno nel silenzio quotidiano, comprendendo cosa ci sia dietro un sorriso, una lacrima e che dietro quella convenzionale risposta del tutto bene alla domanda come stai ci sarà altro, che non avrà l'invadenza di chiedere, ma che scoprirà pian piano, quando sarà il momento. Le due categorie non si invertiranno mai. O sei quello che sostituisce, o sei il sostituito. Sarà come un' etichetta alle confezioni di cibo che riporremo in frigo. Perchè chi sostituisce è raro che venga sostituito, sarà scaltro, orgoglioso, furbo, stronzo abbastanza dal non trovarsi mai nella circostanza per farlo. O forse si è trovato, sì una volta, quando avrà deciso di sostituire da quel momento chiunque gli fosse capitato sotto banco, dalla sgualdrina di quartiere, alla vergine immacolata, dal diavolo tentatore, all'angelo più bello mai sceso su questa Terra, perdendo sia il dolce che l'amaro. Per alcuni è diventato addirittura un fattore genetico oramai.
Per chi sostituisce siamo tutti uguali. In fondo abbiamo tutti un naso, due occhi e una bocca. Siamo semplicemente dei corpi. Sarà dunque facile sostituire un corpo con un altro, è una questione di pesi e misure. Sarà semplice sostituire un culo sodo con un altro culo ancora più sodo, il mondo ne è pieno.
Chi verrà invece sostituito è raro che deciderà di sostituire e quando lo farà di sua spontanea volontà soffrirà molto più della presunta vittima di turno, tanto dal riuscire a farlo solo poche volte nella sua vita. Oppure potrà farlo perchè costretto, quasi per scrollarsi di dosso l'etichetta da vittima ferita ed abbandonata, per l'esigenza di adattarsi, di andare avanti. Ma non gli attribuirà l'appellativo di sostituzione, bensì di incontro. Un incontro di anime dove non servirà un culo sodo, un incontro dove non sarà certo la carnosità delle labbra, la lunghezza del naso, il colore degli occhi a fare la differenza. Si tratta di incontri di anime dove a fare la differenza sarà un dettaglio, il modo di sistemarti i capelli, quel tuo modo di sorridere arricciando il naso, la smorfia del volto quando sei particolarmente imbarazzata, lo sguardo verso l'alto quando sarai perplessa, il modo di morderti il labbro quando sarai nervosa. A fare la differenza saranno i pensieri che riuscirai ad esprimere in modo così avvolgente da non lasciare nessuna voglia all'altro di mandarti via, perchè nelle lenzuola calde ed avvolgenti della scia dei tuoi pensieri si è al sicuro, si sta bene. Ma chi sostituisce cosa ne può sapere. Cosa ne possono sapere loro di anime ed incontri se sono capaci di vedere solo corpi da sostituire. E se la sgallettata del turno successivo al vostro vi farà notare che invece lei non sarà sostituita lasciatela parlare. E' possibile che rimanga, sarà una questione di tempo e soprattutto di circostanze. Ma i rapporti, quelli imperniati sull'autenticità, non si ossidano con il tempo, nè esistono distanze che possano comprometterli. Non si misurano in base alle circostanze che fortuitamente saranno capitate. Ecco perchè non saremo sorprese di rivedere la sgallettata scendere a farci compagnia nel girone dantesco dei sostituibili, offrendole una spalla su cui piangere perchè in fondo oramai in quel girone ci saremo fatte le ossa.
Ti sarai sentita tante volte solo un corpo, una pedina nelle mani dell'altro che il timore di essere sostituita sarà come un fardello che ti tormenterà ogni volta che si instaurerà un nuovo rapporto dove spesso vi appenderete al collo la stessa ed immancabile targhetta dei sostituibili proprio a causa delle vostre paranoie, delle vostre paure, dell'ansia che da un momento all'altro potreste essere sostituiti, al punto da indurre inconsapevolmente a tutto questo che temiamo ma a cui ad ogni modo tendiamo masochisticamente.
Ma alla fine chi avrà ragione? E' proprio vero che in fondo siamo tutti così tristemente sostituibili?Forse sì, in fondo tutti lo fanno e chi non sarà in grado di farlo sarà un'eccezione. Ma forse quelle eccezioni avranno veramente capito cosa significhi vivere qualcuno, perchè loro non sostituiscono corpi ma incontrano anime, e le anime, anche per un sol semplice dettaglio, sono tutte così diverse che sarà impossibile soppiantarle ad altre. Queste eccezioni saranno tormentate dall'idea di non poter mai uscire dal girone dei sostituibili, di non potersi mai scrollare di dosso quell'etichetta che li rende timorosi ed infelici al pensiero di non poter mai essere l'anima frutto di un incontro di qualcheduno che sceglierà di restarci accanto per il nostro modo di sorridere ad una battuta arricciando il naso, per le idee che esprimeremo avvolgendo l'altro in un lenzuolo caldo ed accogliente, ma in fondo saranno fortunate, perchè riusciranno a vivere tutto, sperimenteranno tutte le gradazioni di colori, dalle tinte più scure a quelle opache a quelle incredibilmente lucenti. Perchè soffriranno di più, ma riusciranno ad amare in un modo ad altri sconosciuto, si porranno in fondo a qualcosa al punto da non poterci più uscire o riuscirci a fatica, come se il cuore volesse scoppiarti mentre ripeti che da quel momento comincerai a sostituire tutti come pedine anche tu, come fanno sempre con te. No, non lo dire, perchè non ci riuscirai. Tu sei un'anima abituata ad incontri, le sostituzioni non fanno per te, sebbene qualcuno dall'alto del suo piedistallo ti abbia trattato come fossi un corpo, tu che soffri sei un'anima, un'anima piena, bella, un'anima che trabocca e dovrai riconoscertelo, dovrai farlo per te, per dare dignità alle paure che porti come segni sul tuo corpo, per dare valore a ciò che sei senza trasformarti in un prodotto corporeo, vuoto, che fingerai di essere ma che per tua fortuna non sarai mai. Un'anima entra dentro al punto che scacciarla significherebbe togliere un pezzo di te, piccolo o grande che sia. E anche quei pezzi amari, poco lucenti, saturi, quelli che in fondo ti tormenteranno, anche quelli dovranno fare parte di te.
L'idea della sostituibilità appartiene a chi non ha mai vissuto in pieno le persone che avrà incontrato, perchè un incontro non ci sarà in fondo mai stato sebbene le loro spalle si siano qualche volta toccate, non gli è mai entrata dentro, non gli è mai interessato andare oltre un sorriso, uno sguardo, una parola, un silenzio, anche quando ti abbia dato la sensazione di farlo. Appartiene a chi sul suo piedistallo guarda tutti come fossero passanti da cui sarà così abituato a non scendere che quando di rado gli capiterà a qualche passante pesterà addirittura i piedi senza nemmeno chiedergli scusa. Queste persone saranno in grado di sostituire chiunque, ma non ditemi che è normale, è da folli. Un culo sodo con un altro culo sodo si può sostituire, una terza di reggiseno si può sostituire o con addirittura una quarta, un naso a becco con un naso aquilino, quello sì si può sostituire. Una sagoma può essere sostituita, ma le anime no, quelle non si sostituiscono. Allora perchè le persone lo fanno? Lo fa chi teme la solitudine, perchè in fondo è un corpo vuoto che avrà bisogno di essere riscaldato, perchè un'anima calda ed avvolgente nè la possiede nè sarà in grado di offrirla.


venerdì 23 novembre 2012

Come se avessimo tutta la vita davanti.

Apriamo gli occhi al mattino come se avessimo tutta la vita davanti.
Facciamo colazione, beviamo il nostro caffè con poco zucchero, ci prepariamo per una nuova giornata come se avessimo tutta la vita davanti. Ci incantiamo nell'immaginare una nostra possibile vita, fatta di progetti, sogni, passioni, come se avessimo tutta la vita davanti. 
Addirittura saremo anche capaci di amare come se avessimo tutta la vita davanti, allora che importa se un giorno amiamo di meno, un altro giorno di più, abbiamo tutta la vita per farlo. Trattiamo le persone come se avessimo tutta la vita davanti, allora che importa se per giorni, settimane, non faremo avvertire all'altro la nostra presenza, c'è una vita davanti per farlo. Ci esprimiamo a singhiozzo, perchè in un'intera vita dinanzi a noi potremmo sempre farlo, allora pronunciamo una parola alla volta, che senso ha dire tutto ciò che coltiviamo dentro tutto insieme, può darsi che dopo non sapremmo più cos'altro dire, allora è meglio che qualche parola ce la conserviamo.
E lavoriamo nello stesso modo, come se quel posto di lavoro ci sarà per un'intera vita. 
Ogni gesto più semplice verrà compiuto come se avessimo sempre una vita davanti, dal sorseggiare un caffè che potremmo sempre bere tante volte, dal visitare un posto nuovo in cui potremmo sempre riandare. 
Un modus operandi che spinge tendenzialmente a rimandare, un modus operandi che procrastina un'intera vita ad un momento futuro, dalla data indefinita, ma non importa, perchè saremo sempre convinti che in fondo abbiamo una vita davanti. 
Ma la verità è che non si prospetterà alcuna possibile vita dinanzi a noi se non gettiamo le basi per costruirla. Non si passa improvvisamente dal niente al tutto, o meglio, è anche possibile, ma sono le eccezioni che la vita ogni tanto regala. Generalmente nella vita si avanza gradatamente. Abbiamo dunque spesso la presunzione di pensare di avere una vita davanti per coltivare un'amicizia, una passione, realizzare progetti, anche per amare. Una vita che quasi pretendiamo come ci fosse dovuta. 
Ma la verità è che questo tempo ci inganna e ci trasforma. Oggi non è mai uguale a domani nè a ieri.
Ma l'unico modo per prenderci gioco di questo tempo ingannevole che tutto cambia è pensare di non avere una vita davanti, di non esserne mai certi abbastanza, così da cominciare ad operare nella convinzione di non poter più rimandare, perchè non c'è più tempo.  Allora prendi il tuo sogno e fa' qualsiasi cosa per realizzarlo, anche ciò che ti sembrerà impossibile, niente è troppo folle nè impossibile per un sognatore che ha deciso di mettere le ali al proprio sogno, perchè nel momento in cui tu abbia deciso di fargli spiccare il volo sei già a metà strada della corsa. I progetti, i programmi, le passioni di domani fa' che divengano le passioni, i progetti, i programmi di oggi, di questa vita che non si pone nè dietro nè davanti a te, ma esattamente al tuo fianco. Fa' che le persone a te care avvertano la tua presenza, con un invito, una telefonata, un dolce pensiero, un sorriso, una parola o un abbraccio di conforto, perchè domani potrebbe essere tardi. Dobbiamo essere presenti nella vita degli altri perchè rischiamo di spendere il nostro tempo a progettare un abbraccio, una parola, un gesto da concretizzare in un momento futuro in cui non ce ne sarà più bisogno, avendolo inconsapevolmente negato proprio quando ce ne era bisogno, quando eravamo intenti a dire "C'è una vita davanti per farlo!" Sì, ma non serviva in quella vita davanti, serviva esattamente mentre lo dicevi. Domani anche quel caffè potrebbe non avere più lo stesso sapore.
Domani quelle parole potrebbero non avere più senso, domani potremmo partorirne altre, allora è bene pronunciarle tutte insieme, perchè per le parole dette a singhiozzo potrebbe non esserci più tempo, per pronunciarle, per ascoltarle.
Non abbiamo una vita davanti neanche per amare. Sì perchè il tempo anche l'amore trasforma. Allora forse il segreto è amare come se avessimo la certezza che il giorno seguente il nostro amore scomparisse. Dobbiamo dare ogni giorno tutta la nostra cura, la nostra devozione, il nostro amore a quel qualcuno che ci è di fianco. Domani potremmo non amare più o potremmo non esser più amati perchè quando abbiamo dedicato il nostro tempo a rimandare quell'amore pensando che avessimo una vita davanti per scoppiare come fuochi d'artificio, era proprio in quel momento che quella persona aveva bisogno del nostro amore, quell'amore che avremo negato a noi e all'altro per paura, per pigrizia, perchè in fondo "c'è sempre tempo". L'amore non ha tempo, paura nè è pigro. L'amore non si rimanda, non è stagionale. Allora se il cuore ti scoppia lascialo fare, lascia che quell'amore si trasformi nel tempo ma non per qualcosa che avresti potuto fare e che non hai fatto, inghiottito nel tunnel del rimpianto. Ama. Non hai una vita davanti, hai questa vita, questa giornata, questo singolo minuto per farlo. Ama. E ama anche qualcuno che non si aspetta che tu possa amare. Ama anche se ti sentirai dire che sei pazzo, perchè significa che sei sulla strada giusta. I pazzi sono capaci di grandi cose, e anche di grandi amori, che anche se non ricambiati, serviranno a riempire te stesso, perchè l'amore serve soprattutto a questo. L'amore ci riempie. L'essere contraccambiati ci rasserena ma non lo saremo mai abbastanza. L'amore deve essere soprattutto nostro, perchè quando siamo pieni d'amore avremo una strepitosa follia creativa, metteremo ali ai nostri sogni, smetteremo di progettare e cominceremo ad agire, saremo così accecati che una vita davanti a noi non riusciremo nemmeno a vederla. 
Vivremo oggi con la stessa intensità di ieri come se domani non dovesse arrivare mai.
Svegliati!Perchè quando vivi pensando che ci sia una vita davanti, pensi di vivere, ma in realtà non lo stai facendo!

giovedì 22 novembre 2012

Bellezza.

Bellezza non sono i capelli lunghi, le gambe magre, la pelle abbronzata e i denti perfetti. 
Bellezza è il viso di chi ha pianto e ora sorride, bellezza è la cicatrice sul ginocchio fin da quando sei caduta da bambina, bellezza sono le occhiaie quando l’amore non ti fa dormire, bellezza è l’espressione sulla faccia quando suona la sveglia la mattina, è il trucco colato quando esci dalla doccia. 
E' l
a risata quando fai una battuta che capisci solo tu. 


Bellezza è incrociare il suo sguardo e smettere di capire, è il tuo sguardo quando vedi lui, quando cominci a balbettare nel parlare di lui, è quando al suo pensiero nonostante le lancette comincino a scorrere veloci è come se il tempo si fosse fermato. Bellezza è quando abbracci il cuscino pensando a lui durante la notte, è la faccia rassegnata al tuo risveglio quando comprendi che lui accanto a te non c'è. E' quando fai seguire ad un "mi manchi" un "vengo da te", è quando rimani in silenzio lasciando che sia il tuo cuore a parlare.


Bellezza è quando piangi per le tue paranoie, sono le rughe segnate dal tempo. 


Bellezza è quando sproni un amico a realizzare i suoi obiettivi, è quando gli inculchi l'entusiasmo giusto per coltivare le passioni che da sempre tiene nascoste. Bellezza è quando ridi insieme ad un amico per qualche follia vissuta insieme, per le assurde battute che capirete solo voi. Bellezza è una carezza, un abbraccio, quella parola che arriva nel momento in cui ci sentiamo perduti. 


Bellezza è un'imperfezione, un difetto che dona un'aurea di ineguagliabile unicità. E' un modo di mangiare, di sorridere ad una battuta, è un particolare sguardo in cui è possibile cogliere una luce differente dalle altre. Bellezza è quel modo di camminare, come se stessimo saltellando, ondeggiando, sculettando, quel diverso modo di muovere il bacino. Bellezza è un modo di pronunciare vocali e consonanti. Bellezza sono quelle manie che abbiamo solo noi, quel modo di sistemarci i capelli, di sollevarci gli occhiali con l'indice, di morderci il labbro quando siamo nervosi, di alzare lo sguardo quando siamo perplessi. 


Bellezza è un dettaglio. Un dettaglio che sembra niente eppure è tutto, perchè è quel dettaglio che ci rende speciali, unici, diversi agli occhi degli altri. Senza quel dettaglio non saremo capaci di distinguerci.


Non un difetto o un pregio, ma un semplice dettaglio, come un neo sulla guancia, una voglia, un tatuaggio, un brufolo sulla fronte, un capello bianco spuntato all'improvviso, latente ma a tratti visibile.

Bellezza sono i ricordi che rendono lucidi i tuoi occhi, sono le emozioni che riempiono il cuore, le esperienze che ti renderanno un uomo o una donna.
Bellezza sono le nostre idee che prenderanno forma, è la voce di chi non si arrende, sensazioni che riusciremo ad esprimere come se stessimo recitando la più melodiosa delle poesie mai recitate. Bellezza è tutto quello che proviamo dentro e si manifesta al di fuori. Bellezza sono i segni che la vita ci lascia addosso, i pugni e le carezze che i ricordi ci lasciano. Bellezza è lasciarsi vivere. 

mercoledì 21 novembre 2012

Generazione 1000 euro ... Magari!

Siamo una generazione caotica, una generazione con poche idee ma confuse o con tante idee ma consapevoli di non poterle realizzare tutte, perchè siamo figli di un panettiere, di un insegnante, di persone che la mattina si alzano, prendono il loro caffè e vanno a lavorare. I nostri genitori svolgono un lavoro come un altro. Non siamo figli di politici, di chi ricopre alte cariche ammanigliato ad uomini della malavita organizzata, nè possediamo la cittadinanza Vaticana. Siamo persone normali. Siamo figli di una società che ci rende assuefatti, che ci vuole sordi, ciechi e pure muti. Siamo la generazione di mille euro al mese se ci va di lusso. Siamo quella generazione che conseguirà una laurea che verrà incorniciata in attesa di colloqui di lavoro, di master e stage sottopagati, di estenuanti concorsi, alcuni dei quali necessiteranno di quella che comunemente si definisce "raccomandazione", specchio di quella società in cui si avanza per "grazia ricevuta", da chi non ci è dato saperlo, ma possiamo vagamente immaginarlo.
Siamo quella generazione a cui sono rimaste solo parole e ricordi, perchè in fondo forse già tutto è stato vissuto: gli anni venti e gli anni trenta sono passati da un pezzo, così come le guerre mondiali, il boom di scoperte scientifiche e tecnologiche, lo spirito rivoluzionario del sessantotto, gli anni novanta. Forse è stato già fatto tutto e a noi tocca reinventarci, tra parole e ricordi. Allora ci improvvisiamo dj, fotografi e scrittori, perchè sembra che oggi vada di moda. Ma la verità è che siamo una generazione disillusa al punto tale da pensare che tutto in fondo sia "normale". E' questa la più grande tristezza, quella rassegnazione che inonda i nostri occhi al pensiero del "futuro". Una sconfitta per noi, una vittoria per chi in fondo ha lavorato una vita per questo risultato, per ottenere giovani disillusi, stanchi, sordi, muti e pure ciechi. Ma cosa c'è di tanto normale nel pensare che il nostro Bel Paese non possa offrirci un lavoro ed una stabilità al punto da emigrare? Cosa c'è di tanto normale nello studiare tanti anni, attaccare la laurea al frigo come una lista della spesa e aspettare, aspettare che ci venga una crisi di nervi, aspettare "la grazie ricevuta" sempre se arriva, aspettare di finire a fare qualche lavoretto che non si addice agli studi conseguiti per 500 euro al mese, mentre intanto figli di politici avranno la poltrona già bella riscaldata dai loro padri pur avendo faticato nel prendersi un diploma, mentre intanto donne che avranno riscaldato anima e corpo di qualche attempato ai vertici del potere siederanno a riscaldare la poltrona tra chi ci deve governare ed assicurare un futuro, loro che alla nostra età invece già prendono la pensione? Cosa c'è di normale nel sentirsi dire, come persone normali, che non è mai abbastanza, mai abbastanza gli studi nè le lingue che conosciamo?
E' questa una società che ci demotiva, che ci fa pensare follemente di non poter coltivare le nostre passioni, che ci fa crescere come prodotti già stanchi al punto da non poter pretendere, da non poter essere "choosy".
Ma cosa c'è di male nell'esserlo? Anzi, dopo aver studiato tanti anni, pagato tasse dall'importo sempre più elevato nonostante si tratti di università pubbliche, lo Stato ce lo deve. Non siamo noi, gente normale, gente che fa sacrifici, persone che ogni mattina si alzano costretti ad accantonare sogni e aspirazioni nel cassetto solo perchè dicono ci sia la crisi, a non dover essere choosy. Noi choosy pretendiamo di esserlo. Sono quelle persone che passano in Parlamento come fosse un circolo per anziani, una salumeria, un posto qualunque, a non dover essere choosy, a non dover pretendere di starci per "grazia ricevuta" da un genitore, un nonno, un amante. Sono quei giovani che non danno alcun esempio, eppure ricoprono gradi alti nella nostra società perchè figlio di uno che sogna la Padania come la fantasiosa isola di Atlantide, o perchè subrette o con grandi doti di "intrattenimento", a non dover essere choosy. Ma non noi, noi che c'entriamo? Questa società ci ha reso così stanchi, disillusi, rassegnati, costretti alla sordità, al mutismo e alla cecità che tutto oramai per noi è normale e non c'è modo per invertire il punto di vista. Ci inghiottono di parole, le uniche a cui possiamo appigliarci. C'è crisi, sì. La crisi. La crisi che c'era tanti anni fa, che c'è oggi, e ci sarà sempre, perchè come recita un detto "Chi è causa del suo male pianga se stesso", ma ai presunti fautori di questa crisi, genta messa sulle poltrone non a riscaldarle giocando con l'i-pad, piangere ancora non li vedo.
E' questa una denuncia che non vuole portare a nessun risultato. Sono riflessioni, la rivoluzione non si fa davanti ad uno schermo seduti sulla propria sedia. Ma il punto è che forse se proprio si deve sferrare un colpo a questa società rigonfia di marcio, dobbiamo cominciare a capire che questa società marcia non ci può togliere sogni, passioni, aspirazioni, aspettative, facendole cadere nel tunnel dell'irrealizzabile e del pretestuoso, trasformandoci in burattini i cui fili per noi saranno ingestibili, manichini costretti a chinarsi a questa società sporca, vecchia, malandata, in cui sono rimaste solo tanti ricordi e parole, costretti a dire sempre sì, ad adeguarci al mercato, a quei settori del "mercato" ai margini del confine come fossimo prodotti usciti difettati, nonostante curricula troppo pieni per gente seduta in poltrona che fa del niente una professione degna di nota. No. Questo dobbiamo imparare a dire senza paura, no!
 Allora un uomo, di grande spessore culturale ed umano, un giorno ha detto : "Siate affamati, siate folli ", io aggiungo "Siate choosy!"

martedì 20 novembre 2012

L'amore ai tempi di facebook.

Vi svelo un segreto.
Lo sapete perchè i nostri nonni si sono amati sin dal primo giorno sino alla fine dei loro giorni? Lo sapete perchè hanno giurato una reciproca devozione? Lo sapete perchè non hanno mai litigato o semplicemente solo per l'essenziale senza mai prendersi le fatidiche "pause di riflessione"? Perchè il nonno e la nonna non avevano facebook. Sembra una banalità ma se ci pensate esistono molte coppie oramai sature che si appigliano a tutto pur di innescare discussioni che alla fine sono prive di ogni concreto fondamento.
Sarà capitato anche al nonno di uscire una sera con gli amici, di incontrare qualche bella signora, o magari una sua vecchia fiamma, senza che però succedesse niente. A fine serata tornava a casa e non aveva bisogno di dare tante spiegazioni o nel caso in cui la nonna gliele chiedesse se le faceva bastare, senza indagare ulteriormente. Oggi invece il nostro "lui" esce per una serata tra amici, si reca in un posto dove è possibile incontrare belle ragazze o magari qualche sua vecchia fiamma che saluta, ma niente di più. Torna a casa e subisce un interrogatorio di quarto grado da parte nostra, del tipo : " Dove sei stato amore?" "Sono andato in un pub, quello dove siamo stati anche l'altra volta. " "Ti sei divertito?" "Si, mi sono divertito." Ecco già al suono di questa risposta il tono della nostra indagine diviene più aspra. Perchè noi ci possiamo divertire, possiamo fare follie con le nostre amiche scapestrate, ma il nostro fidanzato no. Lui non si può divertire. Perchè se si diverte significa che qualcosa non quadra, significa che forse c'è lo zampino di un'altra donna nella sua serata all'insegna del divertimento più sfrenato. Allora la domanda che gli porremo sarà: "Chi c'era?"  E quel pover uomo sarà costretto ad elencare tutti i presenti come se fossero giocatori di una squadra di calcio. E per evitare malintesi quel pover uomo, spinto da un insolito slancio di sincerità dirà : "Amore c'era anche Eleonora, sai la mia ex. Ci siamo salutati. Niente di rilevante. " Ecco. Noi rimarremo zitte, faremo finta che quella frase non l'abbia mai pronunciata e andremo a letto. In fondo, si sono soltanto salutati, niente di rilevante. Ma ecco che il mattino seguente, apriremo facebook e saremo curiose di vedere le immancabili fotografie scattate la sera precedente.
"Amore come mai sei più rosso del solito in volto, mica hai bevuto troppo?"
"Ma no, amore, solo una birra. Te l'ho detto è stata una serata tranquilla."
"Amore e chi sono tutte queste persone? Non mi avevi detto che c'erano anche loro."
"Ma no, amore, ero stanco e mi sono limitato a dirti solo qualche nome. Tutto qui."
Ecco che all'improvviso giunge come la manna dal cielo il pretesto per innescare quella discussione dai toni feroci, inevitabile quanto inutile. Per cosa? Per un signore di nome "Tag". Che razza di nome è questo. "Ciao sono Antonia e tu?" "Ciao, piacere Tag". Sembra quasi un nomignolo di uno dei romanzi di Federico Moccia. Eppure questo signore dal nomignolo ridicolo è inopportuno, invadente e anche particolarmente malefico. Perchè svelerà tutto quello che quel pover uomo avrebbe voluto nascondere non perchè poco sincero, ma proprio per evitare incomprensioni che presto si sarebbero trasformate in feroci o addirittura sanguinarie discussioni. Un tag. Una foto. Il nostro uomo. I suoi amici. Lei. La sua ex.
"Amore, vieni un attimo."
"Cosa c'è?"
E noi con la faccia già di un rosso rabbioso: "Meno male che vi eravate soltanto salutati. Che ci fai nella foto con lei?"
Magari quella è una di quelle fotografie scattate per caso. Dove magari presi dall'ebbrezza dell'alcool non ci si ricorda nemmeno come e perchè sia stata scattata. Una di quelle foto dove ognuno che passa ci si può intrufolare, giusto per far numero. Magari quella povera donna della sua ex che per noi sarà classificata con gli epiteti più graziosi ed eleganti mai sentiti, sarà passata per caso e si sarà intrufolata in quello scatto per poi andare via. Ma il signor Tag non perdona. I fatti sono questi. Quindi ci lamenteremo per l'intera giornata o anche di più di quanto il nostro uomo sia bugiardo e bastardo e pronunceremo quella frase banale: "Se mi menti su questo, puoi mentirmi su qualsiasi cosa. Basta. Ho bisogno di tempo. Sono ferita."
E perchè non parlare anche della comitiva dei signori "Mi piace". Gente tranquilla, onesta, dei lavoratori senza pretese. Pure contro di loro ci scaglieremo: "Perchè hai messo mi piace alla foto di quella TR***, STR****, ZOC****, ..." ed altri epiteti molto carini che attribuiremo a quella povera donna all'oscuro di tutto.
Voglio dire. Il nonno e la nonna non erano più buoni, più onesti, più rispettosi. Forse sì. A quei tempi si amava diversamente, con maggiore devozione, con più semplicità, con maggior senso del sacrificio che oggigiorno manca. Ma la nonna e il nonno in certe circostanze si saranno trovati allo stesso modo. Solo che non c'era facebook a svelare in tempi record ogni minimo dettaglio. Il signor Tag e la comitiva dei signori "Mi piace" ancora non erano nati, e si stava più tranquilli. Ci si fidava senza dover necessariamente aprire le indagini e scrivere il nome del nostro partner in cima alla lista degli indagati.
Se ci pensate, il nonno e la nonna si sono amati, sacrificati, si sono promessi eterna devozione, anche perchè a quei tempi questo maledettissimo social network non esisteva. E forse si viveva meglio nell'essenzialità, nelle parole non dette per paura di ferire, nella fiducia incontestabile dell'altro.

lunedì 19 novembre 2012

Ricordi.

Ricordi. Ricordi di una spiaggia assolata, delle onde del mare, di acque salate. Ricordi di una notte di estate dove il freddo ed il rumore delle onde che con la loro veemenza si scaraventano sulle pareti impervie di alti scogli ci facevano compagnia. Ricordi di un saluto che poteva essere un addio o semplicemente un arrivederci. Ricordi di una vita che temevamo nascesse. Ricordi di una vita che è nata e temevamo finisse troppo presto. Ricordi di una città veloce, di un dolce risveglio, di giornate in cui dovevamo trovare il coraggio di ripartire da zero. Ricordi di una vita cominciata da zero e portata all'estremo. Ricordi di persone incontrate per caso, di risate che riempivano il cuore e la mente, di parole che hanno messo in discussione noi stessi. Ricordi di abbracci che nel silenzio raccontavano tutto. Ricordi di momenti che poi sono diventati niente. Ricordi di come eravamo e cosa siamo diventati. Ricordi di amori spazzati via come conchiglie sulla riva del mare. Ricordi di dolci attese ed estenuanti rimpianti. Ricordi di incredibili passioni ardenti come un focolare che speravi non si spegnesse mai. Ricordi di focolari che spenti con la rapidità di fiammiferi hanno lasciato il vuoto come ombre che nell'oscurità della notte si fa fatica ad individuare. Ricordi di un respiro affannato e di tregue che ti hanno permesso di ripartire. Ricordi di una vita triste, desolata ed amara. Ricordi di una vita intensa, passionale, felice. Ricordi di una fatica che non pesava mai abbastanza. Ricordi di fallimenti e di amare sconfitte. Ricordi di fallimenti che ci hanno spronato a partire da capo, con una valigia che pesava troppo per poi alleggerirsi strada facendo. Ricordi di persone belle, profonde, quanto rischiose. Ricordi di persone che ti hanno ricordato che la vita non è tutto qui.Ricordi di persone brutte, tremende quanto banalmente ridicole. Ricordi di persone destinate sin dal principio a diventare un tuo ricordo. Ricordi di persone per cui saresti stata tu un ricordo. Un ricordo amaro o incredibilmente dolce. Ricordi di serate spese a scrivere per timore di parlare troppo. Serate spese a scrivere nell'ostinato tentativo di scorgere un senso quando invece un senso non c'era perchè era già tutto racchiuso lì in quello che scrivevi. Ricordi come uno schizzo di pioggia che in mare aperto genera cerchi concentrici sempre più larghi. Ricordi.
I ricordi sono l'unica cosa che non cambiano mai, che ci offuscano la mente, che ci conducono in un'altra dimensione come un viaggio con un biglietto di sola andata. E' per questo che siamo così legati ai ricordi, perchè loro saranno sempre lì, in quella zona del cuore, in quel settore del nostro cervello, a ricordarci di quanto eravamo felici o tremendamente tristi. A ricordarci di persone che sono passate nella nostra vita a donarci un messaggio di speranza e di passioni da coltivare, o passate solo per darci uno schiaffo e scaraventarci sull'asfalto, a ricordarci di quanto la vita possa essere a tratti anche brusca e fredda come quell'asfalto su cui saremo stati gettati. Quei ricordi saranno lì, senza mutare mai, nonostante il tempo scorra inesorabilmente. I ricordi sono l'unica cosa che il tempo non potrà cambiare. Perchè sono un passato che è entrato dentro la scatola dei nostri pensieri e che abbiamo accuratamente sigillato per evitare che il nostro tempo ce li porti via. E ci fanno ridere a crepapelle, sorridere come un bambino, ci fanno sentire leggeri. Oppure ci faranno sentire stanchi, tristi, come chi ha dovuto archiviare un altro pezzo di vita che non avrebbe voluto accantonare, ma purtroppo ha dovuto farlo e cominciare da zero consapevole di quanto questo nuovo pezzo iniziato si tramuterà anch'esso in un altro ricordo. Oppure ci faranno sentire sbagliati, come sbagliate erano le persone che ricorderemo e che ogni volta ci ricorderanno il peso di un fallimento che trascineremo sino a che non ci sarà qualcuno o qualcosa che ci ricorderà di quanto valga la pena fallire per poi vincere. Una vittoria sudata ed inaspettata che ci renderà più belli perchè non smetteremo mai di credere che tutto sia ancora possibile. Ricordi a cui nel bene e nel male rimarremo ancorati perchè senza quei ricordi saremo niente. E non perchè si debba vivere di soli ricordi, ma il ricordo spiega ciò che siamo stati, da dove siamo partiti, cosa siamo diventati ed anche dove siamo diretti. Perchè il ricordo è un passato che incamereremo nel profondo della nostra anima con ferite aperte o rimarginate o con inesauribili sorrisi, ma è anche la base su cui poter costruire il nostro futuro.
Siamo carne, anima e ricordi.

domenica 18 novembre 2012

Parole al vento.

Ogni volta che parlo con un uomo, parlo con l'uomo onesto, che non hai mai tradito la sua donna, che piuttosto ha preferito lasciarla, perchè l'onestà è fondamentale. Parlo con quell'uomo che ha amato sino alla venerazione la sua donna. Ogni volta che parlo con un uomo, parlo con quell'uomo "diverso" che ad accuse velate che offendono l'intera categoria si sentirà colpito, perchè lui in fondo non è così ed io non posso permettermi illazioni nè sguardi minatori che lo mettono alla gogna ancor prima di vederlo in azione.
Parlo sempre con l'eccezione che conferma la regola, al punto da essermi chiesta quante probabilità ci siano di incontrare invece la regola in persona e quante eccezioni effettivamente ci siano in giro al punto da pensare che sia opportuno operare un'inversione etichettando le eccezioni come regole e viceversa.
Parlo sempre con l'uomo giusto, di buon senso, maturo e razionale abbastanza, colui che non abbandonerebbe mai nessuno in modo brusco, colui che ha desiderio di restare accanto a qualcuno che vorrebbe amare sino alla venerazione. Parlo sempre con quell'uomo che sa ascoltare, che sa percepire i tuoi pensieri, che nel silenzio trova le risposte, in uno sguardo la luce che man mano lo condurrà verso la strada giusta. Parlo sempre con l'uomo perfetto. Con quell'uomo che sembra sia caduto dal cielo. Talvolta me ne sono meravigliata al punto da sospettare che mi stesse spiando da mesi, per conoscere ogni parte di me, sino ad ogni minuziosissimo dettaglio.
Frottole. Parole. Bugie. Chiamatele come volete. Perchè quell'uomo ti farà notare come il tuo sguardo sia di chi vorrà punire qualcuno solo perchè appartiene alla categoria maschile, solo perchè quelle parole le hai già sentite, solo perchè ogni volta quelle parole non hanno mai trovato oggettivo riscontro nei fatti. Ti farà sentire colpevole perchè non capirai che lui invece è diverso dagli altri. Ma la verità è che quando vorrai dare a lui e soprattutto a te una possibilità tutto si ripeterà come un copione già visto. Parole portate via dal vento come il suono di un flauto che pian piano riuscirai ad ascoltare sempre meno sino a percepirne solo l'eco per poi scomparire. Una diversità osannata eppure non dimostrata in nessuno dei suoi atteggiamenti, nemmeno in piccoli gesti quotidiani, neppure lo sguardo a lungo andare ti sembrerà così radioso.
Se è vero che siamo ciò che facciamo e non ciò che diciamo vedo tanti manichini che parlano, che elencano a chiunque i loro pregi, che si proclamano l'eccezione che conferma la regola, che fanno auto-propaganda sino allo sfinimento, ma tutte quelle parole si bloccheranno come un gettito d'acqua che farà fatica ad uscire anche da un piccolo tubicino, quando le cose dovrebbero essere semplici. Anche le aspettative più banali resteranno irrealizzate, intrise da una malinconica delusione e rassegnazione nel constatare che invece sono tutti banalmente uguali. Ma allora il punto forse non è auto-proclamarsi diversi, ma definirsi per ciò che si è. Definirsi come un uomo che ha amato sino alla venerazione ma che qualche volta non ha saputo reggere il ruolo da amante modello e purtroppo ha anche tradito. Definirsi come chi non è sempre stato onesto con se stesso e soprattutto con gli altri. Definirsi come chi non è forse maturo e giusto abbastanza, come chi sa restare ma quando non ha voglia di farlo abbandona, e spesso lo fa nei modi più bruschi in cui lo si possa fare. Definirsi nè diverso nè uguale agli altri, ma semplicemente per quello che si è: un essere umano, e gli essere umani non sono perfetti, gli esseri umani commettono errori. E forse noi donne sapremo cogliere la bellezza in quell'imperfezione che si paleserà a noi in maniera sincera, come chi non ha bisogno di nascondere niente, come chi non ha bisogno di inghiottirci il cervello di lunghi e banali presentazioni mostrando l'archetipo dell'uomo perfetto che in realtà non esiste. Sapremmo amare quell'imperferzione perchè la diversità che ci attirerà sarà proprio in quei difetti di chi non avrà avuto paura di mostrarli. O a limite, capiremo che la nostra ricerca non è ancora finita e andremo avanti. Perchè spesso ci accontentiamo pur di non restare soli in questa tormentata ricerca della perfezione e lealtà che forse è un'utopia. Accettiamo come normali atteggiamenti che invece ci fanno star male, nonostante ci sforziamo a trovare una giustificazione. No, non c'è. Basta nel giustificare sempre tutto. Basta nel considerare come normali parole o gesti che ci conducono alla perplessità, sino a contestare il nostro modo di fare, a mettere in discussione persino noi stessi. Non dobbiamo accontentarci, nè arrestare la ricerca solo perchè dobbiamo farci andar bene quello che abbiamo trovato. No. Ciò che hai trovato dovrà andar bene per te come tu dovrai andar bene per ciò che hai trovato. E' questo il risultato giusto della tua ricerca. In caso contrario, prendi la tua torcia e cerca altrove, senza mai arrenderti, anche quando la tua ricerca sembrerà fallimentare, soprattutto in quel momento non dovrai fermarti, perchè sarà allora che troverai qualcosa per cui varrà la pena di accendere la torcia e andare a fondo.